Il "Maggio", secondo l'usanza di molte contrade dell'Europa medioevale, era un albero che veniva posto al centro del paese il 1° maggio, dopo aver "fatto pulizia" delle influenze nefaste nella notte precedente. Veniva adornato con fiori, nastri colorati, ghirlande e in cima una grande corona e la gente cantando vi danzava intorno. Questa usanza è sopravvissuta ancor oggi in alcuni borghi della Provenza dove in cima all'albero vengono posti dolciumi, uova e altri cibi e i giovani vi si arrampicano per impossessarsene. Questi alberi della cuccagna si possono trovare talora anche in qualche fiera e a voler rifletterci, indicano chiaramente come l'uomo medioevale che viveva in armonia con la creazione, a dispetto di tutto quello che la miopia odierna può immaginare, sapeva bene da dove proveniva il cibo e così lo ha raffigurato con questi alberi che simboleggiano l'Asse del mondo.
In queste occasioni di festa in Italia si cantavano carmi propiziatori di cui riportiamo alcune strofe di questo toscano:
"Eccolo maggio, fa fiorì l'ortica
se c'è bambini in casa che Iddio li benedica
e ben venga maggio, e maggio ll'è venuto.
... ... ...
Fiore di maggio, fiore di gaggia
sete i più belli che nella festa sia;
fiore di maggio gli è fiorito i rosi
unguanno dammi ed un altr'anno sposi;
fiore di maggio gli è fiorì gli ontani
e prego Iddio che vi tenga tutti sani;
e ben venga maggio, e maggio l'è venuto.
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