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lunedì 9 novembre 2020

CECI


Nella nostra gastronomia, i ceci sono particolarmente legati alla gastronomia ligure e toscana, con piatti come la panissa, la farinata e la cecina, anche in Piemonte sono molto usati in autunno per la cisrò. Si narra che dopo la battaglia della Meloria (1284), in cui la flotta pisana venne sbaragliata da quella genovese, alcuni prigionieri toscani vennero richiusi nelle stive senza acqua né cibo. Ma, tra le masserizie, i Pisani trovarono alcuni sacchi di ceci secchi, di cui riuscirono a cibarsi bagnandoli con l’acqua marina: fu così che i marinari si salvarono. E nacque la cecina, detta anche “l’oro di Pisa”.

sabato 7 novembre 2020

CISRÒ (Minestra di ceci alla peimontese)

Mi ricordo molto bene l’odore di questa minestra che si diffondeva dalla cucina della casa di campagna dove allora abitavano i miei suoceri. L’odore e questa minestra per la verità non hanno niente di particolare, anzi, è una minestra povera, rustica che in Piemonte “insistono” a preparare prevalentemente nel periodo “dei morti”. È di cottura lenta e lunga come le notti di novembre; è appetitosa e riscalda e sicuramente poteva essere necessaria per avere un piacevole ristoro negli umidi e freddi anni del passato, quando la stufa della cucina provvedeva a tutta la casa. Negli odierni giorni novembrini, forse abbiamo bisogno piuttosto di un calore che ci scaldasse l’anima o rinfrancasse l’umore. Questa umile minestra a me dà anche questo, facendo riaffiorare i ricordi dei cari che non sono più qui con me, i cari che mi regalavano il senso rassicurante della protezione famigliare degli anziani. Proprio quello di cui ho bisogno in questi giorni, quando dalla finestra scorgo solo una nebbia ceca. Mia suocera cuoceva delle quantità esagerate di cisrò che poi mangiavamo per 3/4 giorni: è l’uso antico! Potete sostituire la carne di maiale con altri tipi: vitello, manzo, anche l’agnello – viene ugualmente buona. E se volete avere una cisrò più gustosa, d’altri tempi, aggiungete anche qualche pezzo di testina, un orecchio e il codino del maiale.

lunedì 6 agosto 2018

LAGANE E CECI




Quando faccio la pasta fresca in casa è sempre una piccola festa! A me piace farla perché mi alleno nella manualità e a figli e marito piace mangiarla perché è cosi buona! Buono anche il suo condimento semplicissimo, ma veramente appagante. Nella ricetta regionale calabrese occorrono 50 gr. di pancetta o guanciale che io non avevo; la sostituzione con il manzo affumicato è caduta giusto “a fagiolo”, o meglio “a cecio”! Voi fate come preferite, senza pancetta o manzo il piatto diventerà vegetariano e persino vegano.

mercoledì 10 maggio 2017

FARINATA

 НА РУССКОМ ЯЗЫКЕ НИЖЕ

Al Nord Italia la chiamano con diversi nomi -farinata, panissa, paniccia, bella cauda- la apprezzano non solo a Nizza Monferrato, ma anche a Nizza in Costa Azzurra sotto il nome socca. Tanti nomi, bontà unica! La farinata è un vero fenomeno, perché è economica e non è laboriosa da fare, le sue proprietà nutritive sono alte e salutari, si accompagna con diversi altri alimenti come le verdure cotte o crude, pesci, affettati... siccome la ricetta è molto datata, forse per questo è tanto alla moda; inoltre non è solo vegetariana, ma addirittura vegana!

martedì 2 maggio 2017

ZUPPA DI CECI (ALLA LIGURE)


Anche se… anche se questa antica minestra ligure veniva preparata nel giorno commemorativo dei Defunti, noi la proponiamo e la prepariamo in questi giorni, quando i cesti dei fruttivendoli abbondano di erbette tenere e fresche. È un piatto che dal punto di vista nutrizionale è veramente completo, se poi lo si accompagna con una fetta di pane tostato o del riso... diventa unico.

venerdì 6 novembre 2015

MINESTRA DI CECI CON PUNTA, CODA E GUANCIALE DI VITELLO

Questa minestra è un "classico" della cucina regionale italiana e non deve mai mancare sulla tavola del giorno dei morti. Può esser fatta con ogni tipo di carne, anche se la migliore è quella che si mantiene morbida a fine cottura come il vitello appunto.