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giovedì 30 aprile 2020

LA TERRA È L'ULTIMA ANCORA DI SALVEZZA

"Non vendete mai la terra perché vi dà da mangiare"; pressappoco così dicevano i vecchi nel secolo scorso, quelli che avevano vissuto due guerre mondiali e quanto è seguito. Anche oggi sembra che valga lo stesso adagio, ma con una differenza, le tragiche vicende del secolo scorso hanno unito, quello che sta succedendo oggi pare che venga "sfruttato" per dividere ancor più di come lo siamo. Spero davvero che il "ritorno alle origini" possa costituire un autentico rinno-vamento e un nuovo punto di ripartenza in cui le cose si dispongano e si rispettino per la natura e l'importanza che hanno.


Se nasce un bimbo o se muore un padre nulla e niente si ferma in campagna. La frutta, infatti, deve comunque essere colta, le capre – o le mucche – devono essere munte. E le pecore devono trovare un sempre nuovo andirivieni.
Gli animali non possono essere messi tra parentesi, non vanno in ferie e non conoscono Lockdown alcuno. Nel giorno della fine non serve a niente l’inglese: Coronavirus o meno, il latte reclama il bricco – altrimenti la bestia che lo produce va a morire – e così marcisce la frutta non colta o, ancora peggio, rinsecchisce tra i rami.

mercoledì 1 aprile 2020

NEI CAMPI AL LAVORO CONTRO LA FAME

Quanto sta accadendo col dilagare del virus covid-19, va ben oltre la legittima preoccupazione per la tutela della "salute pubblica". Sembra infatti che in balia di uno sconvolgente "état d'eprit", in primis coloro che dovrebbero avere i nervi saldi e una visione ampia e profonda in quanto tengono in mano le redini del Paese, non vedano oltre quello che accade drammaticamente nel presente.  Ma quando ci sveglieremo da questo "letargo forzato" scopriremo che i problemi che dovremo affrontare saranno pari se non più gravi di quelli sanitari. Primo fra tutti quello dell'alimmentazione che senza una pianificazione adeguata sin da oggi, rischia di fare saltare il sistema produttivo e alimentare a cui siamo stati abituati dagli anni '50 sino ad oggi.


Coldiretti, anche i parenti nei campi al lavoro contro la fame


(Teleborsa) – Tempo di isolamento e di crisi, di conseguenza preoccupazione per i rifornimenti alimentari, in primo luogo dei prodotti dell’agricoltura. Il Decreto Cura Italia, sottolinea Coldiretti, per l’emergenza coronavirus prevede che le attività prestate dai parenti e affini fino al sesto grado non costituiscono rapporto di lavoro, né subordinato né autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito. Quindi, se disponibili, lavoro anche per nonni, genitori, figli, nipoti, suoceri, generi, nuore, fratelli, zii, cugini e altri congiunti. E’ un ritorno al passato, a una prassi un tempo molto diffusa in agricoltura.

mercoledì 11 marzo 2020

Covid-19 e alimenti: quali pericoli e quali precauzioni

Le primitive informazioni hanno attribuito la diffusione del nuovo coronavirus (Covid-19) in Cina a un mercato dove si vendevano animali vivi da macellare e utilizzare poi come alimenti. I media hanno poi dato risalto all’importatore greco che ha richiesto una certificazione “corona virus free” per il grana padano e anche all’idiota “bravata” di una emittente televisiva francese che ha diffuso l’immagine di un pizzaiolo italiano che starnutiva sulla pizza prima di infornarla. Queste notizie hanno contribuito a diffondere la paura che l’infezione si possa trasmettere anche attraverso gli alimenti per cui alcune persone hanno chiesto dei chiarimenti.

giovedì 13 giugno 2019

VOLEMOSE BENE - GLIFOSATO IN CUCINA?

In primavera una volta si cantava "le colline sono in fiore", ma oggi con il massiccio impiego della chimica, tutto si secca; in nome di comodità e progresso, connubbio indissolubile, ci secchiamo pure noi.


lunedì 12 novembre 2018

VOLEMOSE BENE - GLOBALIZZAZIONE DEL RAPPORTO UOMO-CIBO

Le nuove frontiere del rapporto tra l’uomo e il cibo

In ambito alimentare la globalizzazione ha consentito al consumatore di portare sulla sua tavola cibi provenienti da ogni parte del mondo, superando tutti i limiti imposti dalla lontananza dal sito di produzione, da una lunga filiera di commercializzazione del prodotto e dall’eventuale stagionalità di quest’ultimo. Nelle società più ricche, la saturazione dei consumi tipica del “villaggio globale” ha causato un profondo mutamento nel rapporto tra consumatore e cibo. 

venerdì 1 giugno 2018

VOLEMOSE BENE - LA GRANDE TRUFFA DELL'OLIO DI OLIVA


Questo è uno degli alimenti più preziosi della nostra tradizione agroalimentare e come tutte le cose preziose "fa fola". Forse per questo attorno all'olio di oliva ci sono strani movimenti, ma neanche troppo, se si pensa che i popoli prima ancora che con l'emissione del denaro li si controlla con l'alimentazione. È un fronte questo che dovrebbe vedere uniti senza distinzioni, tutte le regioni d'Italia, ma anche i paesi dell'Europa meridionale che da certe politiche "tossiche" perpetrate dall'Unione europea sono i primi a pagare un alto prezzo: e il raccolto è di disoccupazione e disperazione, di sempre nuove e incurabili patologie e miseria morale e materiale sempre più diffusa.

La grande truffa dell’olio d’oliva: ecco come difendersi

Quest’anno – sia nei frantoi, sia in bottiglia – l’olio d’oliva extra vergine non può costare meno di 8 Euro al litro. Chi vi vende olio extra vergine a 4-5 Euro al litro nei frantoi o in bottiglia non vi sta facendo un favore… Infatti dovete sapere che il Parlamento Europeo ha consentito alle multinazionali che operano in Tunisia di piazzare in Europa 90 mila tonnellate di olio d’oliva tunisino. E sappiate, anche, che in Tunisia, con molta probabilità, utilizzano pesticidi che l’Italia ha bandito tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70 del secolo passato perché dannosi per la salute umana. Quibdi con l’olio d’oliva, fate molta, ma molta attenzione.

martedì 22 maggio 2018

VOLEMOSE BENE - LE INSIDIE DELLA FARINA E DELLA PASTA CHE MANGIAMO


Crisi del grano, i consumatori tenuti all’oscuro dei veleni che ingeriscono

Etichette fuorvianti e Governi che non tutelano i cittadini (basterebbe applicare il principio di salvaguardia della salute, non solo previsto dalla nostra Carta costituzionale, ma anche dall'art. 23 Direttiva 2001/18/CE) ci espongono quotidianamente in ciò che abbiamo di più prezioso, il cibo e la sanità psico-corporale, alle logiche del profitto della Grande Industria senza cuore né scrupoli.

lunedì 16 aprile 2018

VOLEMOSE BENE - RISCIOLA


Di questi tempi, avendo quasi sempre i malfattori il coltello dalla parte del manico, è facile veder approvate leggi e comminate pene per comportamenti che solamente qualche decennio addietro costituivano attività del tutto spontanee e naturali come raccogliere l’acqua piovana o mettere da parte le sementi per la produzione futura. Oggi tutto deve essere controllato, registrato, approvato e fino a qui potrebbe anche andare bene, se non fosse che chi assurge al ruolo di “controllore” ha interessi e mani in pasta, quindi non è terzo e spesso oltretutto ha la “stazza” dell’Impresa Multinazionale, con tutto ciò che comporta quanto a potere, influenza, risorse di ogni genere. Così assistiamo alla messa al bando, “fuori legge”, di tantissimi dei nostri semi, frutti, ortaggi antichi che hanno sfamato per secoli la gente e hanno l’unica colpa di non essere sufficientemente idonei alla produzione intensiva che se da un lato arricchisce sempre di più quelle Multinazionali, dall’altro impoverisce per non dire rovina le piccole imprese agricole che o si “omologano” o scompaiono.  Assistiamo quindi con favore a quei casi in controtendenza, come accade con la risciola, un grano tenero che ha i suoi natali nel lontano 1500 in irpinia e che oggi forse, grazie all’impegno di alcune aziende agricole determinate a riproporlo, ritorna ad avere per le sue caratteristiche, il merito e il lustro che gli competono; un ottima notizia anche per i ciliaci.

sabato 7 aprile 2018

TRADIZIONE E CIBO - LA VITE E IL VINO NELLA TRADIZIONE EBRAICA




Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio Altissimo
Genesi, 14:18

Mi ha introdotto nella cella del vino 
e il suo vessillo su di me è amore.
Cantico dei Cantici, 2:4

Questi versetti di due Libri fondamentali dell’Antico Testamento, mostrano la rilevanza spirituale del vino nella religione ebraica, tale per cui non stupisce la sua trasformazione neotestamentaria in sangue, la componente essenziale del sacrificio. Faccio seguire alcune brevi note pratiche sull’impiego rituale di questa bevanda e la coltivazione della vite che confermano come per gli ebrei sia perfettamente attuato il versetto del Siracide secondo cui il vino è come la vita dunque occorre che l’uomo ne beva con misura (31:27).


mercoledì 4 aprile 2018

VOLEMOSE BENE - L'ONU ACCUSA I PESTICIDI NELL'AGROALIMENTARE


La vecchia storia dello struzzo che nasconde la testa o del coccodrillo che versa lacrime... Ma questo scarico di responsabilità che alla fine non vede mai un colpevole fa leva sulle nostre debolezze e sul "potere contrattuale" ossia impositivo delle Multimiliardarie Corporations che creano la malattia per poi vendere la cura in un vortice senza fine il cui unico scopo è profitto e potere. Per questo trovo quanto mai attuale quanto diceva il bisnonno Luigi nel secolo scorso, "i soldi e l'amicizia rompono il collo alla giustizia".

lunedì 26 marzo 2018

VOLEMOSE BENE - MANGIARE BIOLOGICO E POI SI VEDRÁ


Non è tutto oro quello che luccica e così anche dietro alcune etichette fra cui la "Bio" (ma credo valga la stessa cosa per la Ḥalāl ed altre) non sempre si può dire di essere al cospetto di un prodotto davvero genuino e conforme alla norma che si propone di rispettare. Come diceva spesso lo zio Luigi tornando la sera dalla campagna "Siamo arrivati a tempi in cui se non dai niente non cresce più niente", così ci si arrangia come si può. Ma pur avendolo constatato per esperienza diretta, si può ugualmente cominciare ad arginare l'invasione chimica cominciando a fare chiarezza per determinare scelte consapevoli e responsabili.

lunedì 19 marzo 2018

VOLEMOSE BENE - I FRUTTI DIMENTICATI DELLE REGIONI ITALIANE



I frutti dimenticati delle regioni italiane che abbatteranno le multinazionali

Il progetto dei QuaderniFrutti dimenticatiBiodiversità ritrovata” è nato nel 2010, anno in cui l’ONU ha proclamato l’Anno Internazionale della Biodiversità.
Il successo dei primi quaderni ha consentito di sviluppare una collana organica e coerente sui Frutti dimenticati dall’ Italia, con un taglio scientifico-divulgativo che tratteggia il quadro della situazione delle Regioni italiane. 

lunedì 26 febbraio 2018

VOLEMOSE BENE - IL FUTURO DEL CIBO



Propongo la prima parte del “Manifesto sul futuro del cibo” perché ritengo che la lettura di testi che forniscono informazioni in controtendenza possa essere di qualche utilità per acquisire qualche informazione in un mondo che tende a standardizzare tutto. Purtroppo anche la dove ci sono le migliori intenzioni spesso si finisce per collocarsi sotto qualche etichetta, ecologismo, biologismo, biodiversità, sostenibilità, ecc. che a mio avviso, cercando di definire e circoscrivere, riescono a complicare ciò che invece è molto semplice e riguarda prima ancora che l’ambito sociale, quello della coscienza personale. Basterebbe, se si vuole, recuperare uno stile di vita consono alle reali necessità, quello che nei paesi occidentali era ancora ravvisabile nelle nostre campagne trent’anni fa quando l’industrializzazione spinta non le toccava ancora; si rispettava la terra e quello che produceva, quindi non si sprecava e si rispettava la stagionalità; ma si commerciava anche e ci si impegnava per distinguersi nell’eccellenza della produzione e della lavorazione del prodotto. Basterebbe cominciare dal non lasciare il rubinetto dell’acqua più aperto del necessario, o pretendere di mangiare le ciliegie d’inverno, ma anche non lamentarsi se l’olio e il vino hanno un po’ di fondo e qualche mela non è proprio tirata a lucido: questo confermerebbe un primo piccolo passo in controtendenza, rispetto a una mentalità fagocitata da mille suggestioni.

Il MANIFESTO SUL FUTURO DEL CIBO


Parte Prima

INTRODUZIONE: fallimento dell'agricoltura industriale


La spinta crescente verso l’industrializzazione e la globalizzazione del mondo agricolo e dell’approvvigionamento alimentare mette in pericolo il futuro dell’umanità e il mondo naturale. Efficienti sistemi agricoli costruiti dalle comunità indigene locali hanno alimentato gran parte del mondo per millenni, mantenendo l’integrità ecologica e continuano a farlo in molte parti del pianeta. Ma oggi vengono rapidamente sostituiti da sistemi tecnologici e monocolture controllati dalle multinazionali e finalizzati all’esportazione. Questi sistemi di gestione manageriale a distanza incidono negativamente sulla salute pubblica, sulla qualità alimentare e nutritiva, sulle forme tradizionali di sussistenza (sia agricole che artigianali) e sulle culture indigene e locali, accelerando l’indebitamento di milioni di agricoltori e il loro allontanamento dalle terre che hanno tradizionalmente nutrito intere popolazioni, comunità e famiglie. Questa transizione aumenta la fame, i senza tetto, la disperazione ed i suicidi fra i contadini. Nel contempo degrada i processi su cui si fonda la vita sul pianeta e aumenta l’alienazione della gente dalla natura e dai legami storici, culturali e naturali degli agricoltori e di tutti gli altri cittadini con le fonti di cibo e sussistenza. Contribuisce, infine, a distruggere le basi economiche e culturali delle società, minaccia la sicurezza e la pace e crea un ambiente che produce la disintegrazione sociale e la violenza.

giovedì 18 gennaio 2018

VOLEMOSE BENE - IL PREZZO DELLA VITA



Vero è che in questa intervista si parla prevalentemente del cotone, ma come si potrà comprendere se si arriva a leggere sino alla fine, questo è solo il punto d’inizio. La strategia che la Monsanto sta perseguendo è chiara: creare un monopolio con il proprio materiale geneticamente modificato, in modo che poi nessuno possa competere sul mercato con prodotti derivanti da sementi completamente pure. Attenzione perché melanzane, cipolle, cavolfiori, senape ed altro sono già in cantiere: preoccupiamoci sempre di cosa portiamo in tavola e impariamo a diffidare, perché come dice un vecchio proverbio russo, il formaggio gratis è solo nella trappola per i topi. 

giovedì 19 ottobre 2017

PRENDER LA VIA - FICO



Fico: il parco tematico del cibo più grande del mondo. 

Lo scopo primario dell’iniziativa della Fabbrica italiana contadina (Fico) di Bologna è l’educazione alimentare veicolando, attraverso l’attività di formazione e promozione culturale, i valori legati alla dieta mediterranea, al corretto stile di vita e di alimentazione, alla conoscenza delle tradizioni e della storia dell’agricoltura italiana; dunque se sarà riconosciuto e raggiunto questo obiettivo non si potrà che essere soddisfatti, perché uno dei modi più subdoli con cui si corrompe l’essere umano è proprio il cibo: si diventa ciò che si mangia.