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martedì 5 settembre 2017

VOLEMOSE BENE - DONNE DI MAIS




"Donne di mais" di Esther Vivas, fra gli articoli proposti della stessa autrice, presenta i maggiori connotati ideologici di impronta marxista. Seppure tutto è politica, si potrebbe dire, perché non c’è nulla di ciò che un individuo pensa e fa che non vada a influire sugli equilibri della “polis”, tuttavia ogni categoria ideologica in ultimo costituisce solo una gabbia, quindi un limite per la Verità. Pertanto tutti coloro che vorranno leggere questa pagina, se condividono quanto appena asserito, dovrebbero cercare solo di cogliere le informazioni, che danno la misura di cosa bolle in pentola, i tratti essenziali della "ricetta" che si sta preparando che per la sua natura presenta quegli "ingredienti" oppressivi di un sistema che affamando gli uomini li controlla e li domina come fossero animali. Non si può dunque che dissentire anche con le conclusioni perché un male come la “globalizzazione” non si può combatterlo con un’altra “globalizzazione parziale” (com’è la “resistenza al femminile”), ma semmai operando un raddrizzamento delle coscienze che si fondi sul riconoscimento di Principi Universali. Fatto ciò, “recuperare il nostro diritto a decidere su cosa, come e dove si produce ciò che mangiamo, della riappropriazione della terra, dell’acqua e delle sementi da parte dei contadini e di combattere il monopolio lungo la catena agroalimentare”, verrà da sé.



DONNE DI MAIS
 di Esther Vivas

Si calcola che nei paesi del Sud del mondo ricada sulle donne tra il 60 e  l’80%  della produzione alimentare (un 50% a livello mondiale): sono esse che si occupano della lavorazione della terra, della manutenzione delle sementi, della raccolta e dell’acqua. Sono loro che portano avanti le coltivazioni di alimenti, quali riso, grano e mais, che sfamano le popolazioni più povere del Sud del mondo, ma nonostante il loro ruolo fondamentale sono proprio le donne, insieme ai bambini, coloro che soffrono di più la fame.

martedì 29 agosto 2017

VOLEMOSE BENE - MANGIARSI IL MONDO





"Questo modello di alimentazione chilometrica e viaggiante, così come l’uso di agrochimici derivati dal petrolio, implica una forte dipendenza dalle risorse fossili. Di conseguenza, nella misura in cui il modello produttivo agricolo e dell’allevamento industriale dipendano fortemente dal petrolio, la crisi alimentare, la crisi energetica e la crisi climatica sono intimamente relazionate".

venerdì 11 agosto 2017

VOLEMOSE BENE - DIFESA DELLA TERRA... E DEI SUOI ABITANTI?




A pensarci bene, basterebbe sgomberare la testa da tutti gli slogan con cui è infarcita per riacquistare un minimo di coscienza critica che sappia riconoscere il “bene comune” al di là dei colori ideologici preconfezionati. Sappiamo tutti la rilevanza che ha la “questione alimentare”, sia come diritto al cibo, come diritto alla terra che lo produce e controllo sulla qualità, quindi  sulle attività  che lo lavorano e lo  “trasformano”. Forse per questo alcuni fra gli “slogan sociali” più ingombranti gravitano proprio attorno alla “difesa della terra”: ambientalismo tout court, questioni climatiche, surriscaldamento globale e chi più ne ha più ne metta. Verrebbe da chiedersi allora: “Può esserci difesa della terra, senza che vi sia difesa del popolo che la abita?”. La domanda non vuole essere affatto retorica, semmai, “partendo dal basso” -dato che nel mondo moderno non si riconosce più agli autentici Principi la funzione di orientamento dell’azione- costituisce una “provocazione” per smascherare i lupi travestiti da agnelli.  E se andassimo a guardare bene nell’armadio di tanti “filantropi”, la commistione col male che con le loro “attività benefiche” dicono di voler aiutare a curare, risulterebbe evidente, in modo imbarazzante, per chi avendolo sotto gli occhi pure non lo vede ancora.

“La terra a chi la lavora”

di Esther Vivas

La terra è una fonte di ricchezza per pochi, qui e dall’altra parte del pianeta. In Spagna il boom immobiliare ha lasciato un’eredità di sviluppo urbano rovinoso, aeroporti senza aerei (quasi), città fantasma, enormi progetti infrastrutturali obsoleti … E nel Sud globale, il desiderio di trarre profitto dalla terra ha cacciato contadini e popoli indigeni e imposto monocolture da esportazione, vaste infrastrutture a esclusivo vantaggio del capitale e saccheggio delle risorse naturali.

martedì 1 agosto 2017

VOLEMOSE BENE - IL CONSUMO TI CONSUMA


Prima di tutto riteniamio che sia una questione di "mentalità"; ma questa è pur vero che per formarsi da qualche parte deve pur prendere. E siccome oggi gli autentici Principi, quelli spirituali per intenderci sono stasti riposti in soffitta come "cose vecchie", è più facile essere esposti a correnti di pensiero di equivoca provenienza e indotti ad arte al solo scopo di "asservire", seppure mai come oggio si abbia la sensazione di essere liberi. In taluni casi una buona coscienza critica potrebbe giovare, ma se le fondamenta non sono solide è comunque come costruire sulla sabbia, fatica sprecata. Per tale ragione le domande che si trovano nell'articolo che segue dovrebbero se non altro scuotere le coscienze e fare aprire gli occhi sul fatto che davvero "il consumo consuma" e "la felicità non si compra a colpi di buoni sconto" che va quasi sempre a scapito della qualità. E se dunque all'inizio è una questione di mentalità, alla fine questa determina uno stile di vita.


Consumare danneggia gravemente la tua salute… e quella del pianeta


di Esther Vivas



“Una signora, per ottenere le migliori offerte nel discount Wal-Mart, è arrivata al punto di spruzzare con uno spray al peperoncino gli altri clienti, con l’intenzione di allontanarli dalla merce desiderata”. Questa potrebbe essere la scena di un film di Pedro Almodóvar se non fosse che l’immagine appartiene alla realtà e la storia è stata pubblicata, il 25/11/2011, sul quotidiano Los Angeles Times.

martedì 25 luglio 2017

VOLEMOSE BENE - COSA CONSUMARE?



La scorsa settimana ci siamo interrogati: “Sappiamo cosa mangiamo?”. Oggi proviamo a leggere una delle risposte possibili: il rifiuto del consumo globale tout court e il recupero della “capacità di decidere in merito a produzione, distribuzione e consumo, dei principali attori coinvolti in questo processo: i contadini e i consumatori”. Proprio queste ultime due categorie invece sono le grandi assenti dalla visione liberista dell’economia che le considera solo come polli d’allevamento che producono e consumano se stessi in un loop interminabile, passando dallo stato di persone a quello di cose. Se ci pensiamo bene infatti la speculazione finnanziaria dopo essersi mangiata il denaro della gente, ha cominciato a mangiare il suo cibo e ora in una foga “cannibalizzatrice”  il cui marchio la dice lunga sulle finalità che si propone, ha cominciato a mangiarsi le persone stesse, perché se ci si pensa bene, quando si introduce sul mercato un nuovo prodotto di basso valore, a farne le spese sono proprio i produttori e i consumatori defraudati. Ma questo passa il convento oggi. I gruppi e le cooperative di consumo agro-ecologici, che negli ultimi anni si sono moltiplicati ovunque, sembrano un primo passo nella direzione di riappropriarsi di ciò che per diritto naturale ci spetta: l’alimento.

Gruppi di consumo: 
recuperare la capacità di decidere cosa consumare

di Esther Vivas


Cosa mangiamo? Da dove viene, come è stato trasformato e quale prezzo paghiamo per quello che compriamo? Sono domande che sempre più cittadini consumatori si pongono. In un mondo globalizzato, dove la distanza tra contadino e consumatore si è allungata fino al punto in cui entrambi non hanno praticamente alcun impatto sulla catena alimentare, sapere quello che mettiamo in bocca importa di nuovo, e molto.

martedì 18 luglio 2017

VOLEMOSE BENE - SAPPIAMO COSA MANGIAMO?




“Un sistema il cui obiettivo fondamentale è di cercare di tratte il massimo profitto dalla produzione di qualcosa di così indispensabile come il cibo”. Basterebbe questa affermazione e la coscienza di cosa implica, per imporre una seria riflessione su cosa mettiamo nel piatto. Il “dio quattrino” corrompe proprio tutto e per riportare l’attenzione in Italia basterebbe ricordare lo scandalo della “terra dei fuochi” da cui si è scoperto -dopo, ovviamente- che provenivano molti ortaggi di “qualità” destinati al consumo quotidiano. La mancanza di scrupoli, oggi contraddistingue tutti, sia coloro che fanno enormi profitti, sia i consumatori che inebetiti da una propaganda tanto “rassicurante” quanto ingannevole che forgia una mentalità sempre più omologata, rinunciano a qualsivoglia critica e si lasciano imporre il dictat del “mangia e tâs” (mangia e taci).  



Sappiamo che cosa mangiamo?
di Esther Vivas


Se una volta ci vendevano carne di gatto per coniglio, oggi ci vendono carne di cavallo per carne di marzo. Sapere che cosa mangiamo è diventata una cosa sempre più difficile. Il recente scandalo alimentare scatenato dalla scoperta di carne di cavallo in prodotti nei quali ci sarebbe dovuto essere carne di manzo non fa che mettere ulteriormente in evidenza questa difficoltà. Cannelloni “La Cocinera”; hamburger di Eroski; ravioli e tortellini di carne Buitoni, polpette della  Ikea non sono che alcuni dei prodotti che sono stati ritirati dal mercato. A conferma che noi tutti non abbiamo nessuna  idea di quello che mangiamo.

venerdì 7 luglio 2017

VOLEMOSE BENE - SICUREZZA ALIMENTARE DI CHI?



Venditori di cibo e di bugie
Esther Vivas 

Ci dicono che il nostro cibo non è mai stato così sicuro come adesso, che il cibo non ha mai subito tanti controlli come ora. Tuttavia, periodicamente, scoppiano nuovi scandali alimentari. L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha la responsabilità di assicurare, in teoria, che ciò che mangiamo è sano. Ma chi c’è dietro questa agenzia che svolge un ruolo chiave nell’autorizzazione di migliaia di prodotti, come pesticidi, ogm e additivi alimentari, che finiscono sul nostro tavolo? Vediamolo.

lunedì 3 luglio 2017

VOLEMOSE BENE - DIRITTO DI MANGIARE



Sembra un paradosso e tale dovrebbe esserlo almeno per tutti coloro che contemplano l’esistenza di un Essere Superiore, di un Dio: infatti in presenza di una Fede (non faccio riferimento a specifiche confessioni, ma alla religione in senso lato), come si può accettare la propaganda martellante volta a far credere che non ci sono abbastanza risorse sul pianeta, che c’è troppa popolazione e quindi occorre ridurla? Magari proprio con la fame, le guerre, aborto, eutanasia, ecc. che se ci pensiamo bene non sono altro che “metodi” da lager a cielo aperto, seppure non vi è un ingresso come ad  Auschwitz  a sancire che Arbeit macht frei [Il lavoro rende liberi], ma i risultati sono identici in termini di devastazione dell’umanità.
Partiamo da questo se non vogliamo berci tutto quello che ci raccontano, e deglutire anche quello che non vuole andare giù, perché è palesemente falso, un alimento di gomma. Infatti come sostiene Esther  Vivas “disponiamo di una quantità notevole di cibo, maggiore che in nessun altro periodo della storia, però se non si dispone di denaro per pagarlo o per avere accesso alla terra, all’acqua, ai semi…per produrre, non si mangia. Non si tratta di produrre più cibo, ma solo di ripartire gli alimenti che già esistono. Ciò che sta fallendo è tutto il modello alimentare, ormai al servizio di pochissimi interessi privati”.
Allora facciamo meglio i conti perché sino ad oggi non tornano proprio.

Senza diritto di mangiare
di Esther Vivas

Ci dicono che vogliono farla finita con la fame nel mondo e che se questo non è stato possibile entro il 2015, lo sarà più avanti nel tempo. E ora, nel momento in cui scadono gli Obiettivi per il Millennio (ODM), senza avere sicuramente conseguito alcun risultato, si inventano nuove proposte come la Agenda per lo Sviluppo dopo il 2015 e ci dicono di sperare e di aver fiducia e di lasciare questi problemi nelle loro mani, poiché questa è la volta definitiva. E la storia o le menzogne si ripetono nuovamente.

martedì 27 giugno 2017

VOLEMOSE BENE - AGRICOLTURA SENZA CONTADINI



 “Stiamo andando verso una agricoltura senza contadini. E se questi ultimi spariscono, nelle mani di chi resterà la nostra alimentazione?” La risposta è scontata, ma paradossalmente la domanda non è retorica! Esther Vivas è una giornalista spagnola, quindi si rifà alla sua realtà nazionale, ma se ci pensiamo bene globalizzazione vuol dire distruggere le differenze a “beneficio” di una massificazione indistinta, un “proletariato post-ideologico” privato di qualsiasi valore spirituale e sociale, quindi quanto scrive la Vivas si applica bene a qualsiasi contesto nazionale, soprattutto a quelli, come l’Italia e i paesi mediterranei, in cui la piccola impresa agricola costituisce ancora e malgrado tutto, l’asse portante di questo settore produttivo. Trovare le corrispondenze, coglierne le implicazioni, comprenderne le finalità, forse potrebbe aiutare a dare dei contenuti a quella risposta che altrimenti rischia di rimanere solo una protesta “a parole”, senza alcuna seria conseguenza.

Un’agricoltura senza contadini
di Esther Vivas 

L’Unione europea sembra essersi impegnata a far scomparire i piccoli agricoltori. Questa è la conclusione cui si arriva in base alla riforma della politica agricola comune (PAC) adottata ultimamente a Bruxelles, e le relative misure che, ancora una volta, vanno a beneficio di grandi proprietari terrieri e dell’industria agro-alimentare, e a scapito di quanti effettivamente lavorano e proteggono la terra.

martedì 20 giugno 2017

VOLEMOSE BENE - ORTI CONTRO CEMENTO



Riappropriarsi di ciò che mangiamo, prendersi cura della terra, recuperare il contatto con la natura: vi sembra poco? Certo, magari è l’ago nel pagliaio, ma da qualche parte bisogna pure cominciare ad opporsi a uno stato delle cose che è completamente avverso all’essere umano.
[Nella fotografia, orti di Quartire Feltre, Lambrate, Milano]

Orti contro cemento
di Esther Vivas 

C’è vita sotto l’asfalto, anche se a volte è difficile da credere. Gli orti urbani, che proliferano nei nostri quartieri e nelle città, sono lì a dimostrarlo. Un esempio della volontà di ricostruire i legami tra la città e la campagna, tra la natura e le persone, di fronte a un’urbanizzazione che frammenta e isola.

martedì 13 giugno 2017

VOLEMOSE BENE - QUALITÁ ALIMENTARE SEQUESTRATA



 Il cibo è la prima vittima della crisi economica: infatti la difficoltà di fare fronte a tutte le spese “obblibatorie” (luce, gas, acqua, telefono/internet e tasse varie) impone necessariamente una riduzione della qualità degli alimenti che acquistiamo. Da qualunque parte la si guardi, è una situazione che va sempre a beneficio di pochi e a danno di molti. E lo scopo va ben oltre l'accumulo della ricchezza congenito al capitale; siamo al cospetto di una strategia volta a tenere "in pugno" le anime degli uomini riducendole alla sola preoccupazione per i mezzi di sussistenza.


Quanta povertà possiamo ancora sopportare?

di Esther Vivas

“Non possiamo che peggiorare”. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Pensavamo che più povertà, più insicurezza, più disoccupazione, più pignoramenti, più fame fossero impossibili. La realtà ha contraddetto questa percezione. Negli ultimi anni, le cifre e le facce della gente ci dicono che la povertà è aumentata.

lunedì 5 giugno 2017

VOLEMOSE BENE - SOVRANITÁ ALIMENTARE



Troppo spesso si confondono le priorità e quindi si inverte il valore che si da alle cose; l'agricoltura ad esempio è stata bistrattata nelle politiche economiche degli ultimi decenni, scordando che dalla terra viene l'alimento. Ma forse anche questo fa parte delle "iniziative" volte a creare soggezione e dipendenza della gente nei confronti di chi governa.

lunedì 29 maggio 2017

VOLEMOSE BENE - BEVIAMO AMERICANO?





Aprire una Coca-Cola è divenuto col tempo un gesto "naturale", talmente "naturale" che non ci si bada neppure più, lo si fa e la si beve. Ma sappaimo cosa ci portimao in casa ogni volta che compiamo questo atto irriflesso? Per produrre quest'acqua nera ci vogliono ben tre litri di acqua buona con tutto ciò che questo implica; inoltre l’impatto della "formula segreta" di Coca-Cola sulla nostra salute è ampiamente documentato.

lunedì 22 maggio 2017

VOLEMOSE BENE - MANGIAMO AMERICANO?




Frutta e verdura OGM, carne e latte agli ormoni, pollo al cloro, un bel menù non c'è che dire! Fatto però sempre e solo tutto per soldi: profitto per pochi a danno di molti. Ma, se come insegna l'antica saggezza, si diventa quello che si mangia, alla nostra salute poi chi ci penserà?


lunedì 15 maggio 2017

VOLEMOSE BENE - BUON APPETITO, OGGI MANGIAMO PETROLIO!





Un’alimentazione dipendente dal petrolio

di Esther Vivas

Anche se non sembra, mangiamo petrolio. 
L’attuale modello di produzione, distribuzione e consumo alimentare è dipendente dall’ “oro nero”. Senza petrolio, non potremmo mangiare come siamo abituati a fare. In uno scenario in cui sarà sempre più difficile e più costoso estrarre petrolio, come faremo quindi a nutrirci?

lunedì 8 maggio 2017

VOLEMOSE BENE - DECIDIAMO NOI COSA MANGIAMO?


Il potere dei supermercati  di Esther Vivas


La grande distribuzione commerciale (supermercati, ipermercati, catene di ipersconto…) negli ultimi anni ha subito un forte processo di espansione, di crescita e concentrazione industriale. Le principali aziende di vendita al dettaglio sono entrate a far parte della classifica delle maggiore multinazionali del pianeta, convertendosi in uno degli attori più significativi del processo di globalizzazione capitalista. La loro apparizione e il loro sviluppo hanno radicalmente cambiato il nostro modo di alimentarci di consumare, subordinando queste basilari necessità a una logica mercantile e agli interessi economici delle grandi aziende del settore. Si produce, si distribuisce e si mangia ciò che viene considerato più redditizio.

martedì 2 maggio 2017

VOLEMOSE BENE - DEMOCRAZIA ALIMENTARE (NON SOLO A PAROLE)

Questo articolo si riferisce a un fatto accaduto in Spagna, ma dato che viviamo in un mondo "globale" le stesse cose si ripetono anche altrove, daltronde il protagonista è Mc Donald's e non gli Chefs che di volta in volta prestano il loro nome per migliorare la sua immagine.

Un McDonald’s con la stella Michelin

di Esther Vivas

La McDonald’s non sa più cosa inventare per combattere la sua cattiva immagine. L’etichetta di “pasto spazzatura” pesa come una pietra sulla reputazione del marchio. E malgrado i molteplici tentativi di reinventarsi, non fosse altro che cambiando la veste esterna (nel 2010 ha inaugurato il suo nome verde), ma sembra che le strategie di commercializzazione non siano state sufficienti per migliorare il profilo dell’impresa.

lunedì 24 aprile 2017

VOLEMOSE BENE - MANGIA E TÂS!





«Non mangiare niente che tu non abbia seminato e raccolto con le tue mani»: questa raccomandazione della saggezza vedica è così legittima, così persuasiva, che dalla rabbia di non potervisi conformare ci si lascerebbe morire di fame.
[Emil Cioran, Il funesto demiurgo, 1969]



I SUPERMERCATI E LA CRISI DEI GENERI ALIMENTARI MONDIALE

Di Esther Vivas

La crisi dei generi alimentari ha lasciato senza cibo milioni di persone nel mondo. Agli 850 milioni di persone che soffrono la fame, la Banca Mondiale ne ha aggiunti altri 100 in seguito alla crisi attuale. Questo “tsunami” della carestia non ha nulla di naturale, al contrario, è il risultato delle politiche neoliberali imposte da decenni dalle istituzioni internazionali. Oggi il problema non è la mancanza di generi alimentari in quantità sufficiente, bensì l’impossibilità di avere accesso a tali generi alimentari per via dei prezzi troppo alti.