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mercoledì 19 luglio 2017

MI STAI LEGGENDO NEL PENSIERO - LA SOCIETÁ DEI MAGNACCIONI




Ma che ce frega, ma che ce 'mporta
si l'oste ar vino cià messo l'acqua:
e noi je dimo, e noi je famo:
“ciài messo l'acqua
e nun te pagamo”...


Sembra paradossale perché nel 1962, quando la canzone fu pubblicata e incisa da Armandino Bosco, sembrava un canto goliardico di quei tempi un po' come "in taberna quando sumus" dei Carmina burana; quindi votata a far ridere ed accompagnare gli ultimi brindisi di qualche banchetto. Invece a distanza di 55 anni si può cogliere tutta la portata di questo testo popolare che in modo semplice e spiccio ci insegna che continuando a "magnà" ci siamo "magnati tutto" e quello che è peggio è che "mò ce magnano". Ma siamo anche gente (perlomeno speriamo di esserlo ancora)  geniale, dalle mille risorse e soprattutto che non si scoraggia facilmente, perché malgrado tutto, in terra d'Italia le benedizioni non sono mai state fatte mancare. Basterebbe dunque crederci e quando l'oste ci chiama per il conto rispondergli  "ar vino cià messo l'acqua e nun te pagamo”; si perché la contraffazione, e non solo alimentare, sta distruggendo intere società.