Riappropriarsi di ciò che mangiamo,
prendersi cura della terra, recuperare il contatto con la natura: vi sembra
poco? Certo, magari è l’ago nel pagliaio, ma da qualche parte bisogna pure
cominciare ad opporsi a uno stato delle cose che è completamente avverso all’essere
umano.
[Nella fotografia, orti di Quartire Feltre, Lambrate, Milano]
Orti contro cemento
di Esther
Vivas
C’è vita sotto
l’asfalto, anche se a volte è difficile da credere. Gli orti urbani, che
proliferano nei nostri quartieri e nelle città, sono lì a dimostrarlo. Un
esempio della volontà di ricostruire i legami tra la città e la campagna, tra
la natura e le persone, di fronte a un’urbanizzazione che frammenta e isola.