giovedì 4 maggio 2017

ROBINIA


Creavit Deus medicamenta de terra
et vir prudens non abhorrebit ea

[Siracide, 38:4]


La Robinia, pseudoacacia o falsa acacia, è una pianta spontanea, ornamentale, ma anche infestante, diffusissima dalla Pianura Padana fino alle pendici dei rilievi appenninici e alpini. Molto celebre nella medicina popolare per la preparazione di rimedi e tonici grazie alle sue proprietà terapeutiche particolarmente indicate per la pirosi gastrica o esofagite, combatte naturalmente l’eccessiva acidità. Contribuisce inoltre a facilitare il corretto funzionamento del fegato.



È originaria dell’America Sud Orientale, deve il suo nome a Enrico IV e Luigi XII che la chiamarono così in onore di Jean Robin, loro giardiniere ed erborista, che fu il primo ad introdurre la Robinia in Europa, portando i semi da uno dei suoi viaggi in America. A Parigi si può ancora ammirare il più vecchio esemplare esistente.
È una pianta fortemente spinosa, con foglie imparipennate e fiori bianchi riuniti in grappoli di odore intenso.
Nella medicina popolare, la corteccia veniva usata come lassativo e tonico; le foglie come emetico (che stimola il vomito) e per il corretto funzionamento del fegato (anche se contengono un alcaloide tossico). I fiori, cotti e mangiati venivano utilizzati per attenuare le infiammazioni oculari.
Ma il motivo per cui questa pianta è famosa è l'ottimo miele che si ricava dai suoi fiori; tipicamente liquido, energizzante, di colore chiaro ambrato, con un sapore delicato che lo rende particolarmente apprezzato dai bambini e da chi non gradisce miele dal sapore più deciso. Con i fiori possono prepararsi delle pastelle dolci o salate, frittate e marmellate.

Infuso: mettete un cucchiaio di fiori essiccati in una tazza di acqua bollente e lasciate riposare per 10 minuti, quindi filtrate e bevete; ha proprietà rilassanti. 

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