et vir prudens non abhorrebit ea.
[Siracide, 38:4]
L'edera è una pianta
rampicante sempre verde con lunghi fusti legnosi e tortuosi capace di
arrampicarsi ovunque. Ha foglie coriacee e persistenti e piccoli
fiori verdastri raccolti in ombrelli semplici; i frutti sono bacche
globose, nere a maturazione raggiunta e comune in Italia, in Europa e
nell'Africa settentrionale; cresce sui vecchi muri, sugli alberi e
ovunque trovi un sostegno.
L'edera è conosciuta fin
dall'antichità: Dioscoride usava i suoi fiori macerati nel vino
contro la dissenteria. Tutta la pianta è piuttosto tossica, perciò
si deve utilizzare per via interna con molta cautela. In fitoterapia
si utilizzano solo le foglie che si raccolgono durante tutto l'anno,
ma preferibilmente da giugno ad agosto. Esse contengono molti
principi attivi, fra cui ederina, saponina, tannino, acido ederico,
colesterina, acido formico e malico.
Se usate in piccole dosi,
sono utili nella cura delle nevralgie, nelle forme reumatiche e nella
gotta. Inoltre sono indicate contro la pertosse, la tracheite e la
bronchite cronica.
Infuso: Mettere
una manciata di foglie fresche o secche triturate in mezzo litro di
acqua bollente, filtrare dopo circa 15 minuti; nere nel corso della
giornata.
Cataplasma: porre
una manciata di foglie cotte in mezzo litro di aceto per minuti, poi
applicare con una garza sulle parti dolenti. Indicato per nevralgie,
lombaggini e sciatica.
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