lunedì 8 maggio 2017

EDERA

Creavit Deus medicamenta de terra
et vir prudens non abhorrebit ea.

[Siracide, 38:4]

L'edera è una pianta rampicante sempre verde con lunghi fusti legnosi e tortuosi capace di arrampicarsi ovunque. Ha foglie coriacee e persistenti e piccoli fiori verdastri raccolti in ombrelli semplici; i frutti sono bacche globose, nere a maturazione raggiunta e comune in Italia, in Europa e nell'Africa settentrionale; cresce sui vecchi muri, sugli alberi e ovunque trovi un sostegno.


L'edera è conosciuta fin dall'antichità: Dioscoride usava i suoi fiori macerati nel vino contro la dissenteria. Tutta la pianta è piuttosto tossica, perciò si deve utilizzare per via interna con molta cautela. In fitoterapia si utilizzano solo le foglie che si raccolgono durante tutto l'anno, ma preferibilmente da giugno ad agosto. Esse contengono molti principi attivi, fra cui ederina, saponina, tannino, acido ederico, colesterina, acido formico e malico.
Se usate in piccole dosi, sono utili nella cura delle nevralgie, nelle forme reumatiche e nella gotta. Inoltre sono indicate contro la pertosse, la tracheite e la bronchite cronica.

Infuso: Mettere una manciata di foglie fresche o secche triturate in mezzo litro di acqua bollente, filtrare dopo circa 15 minuti; nere nel corso della giornata.

Cataplasma: porre una manciata di foglie cotte in mezzo litro di aceto per minuti, poi applicare con una garza sulle parti dolenti. Indicato per nevralgie, lombaggini e sciatica.

Nessun commento:

Posta un commento