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sabato 7 novembre 2020

CISRÒ (Minestra di ceci alla peimontese)

Mi ricordo molto bene l’odore di questa minestra che si diffondeva dalla cucina della casa di campagna dove allora abitavano i miei suoceri. L’odore e questa minestra per la verità non hanno niente di particolare, anzi, è una minestra povera, rustica che in Piemonte “insistono” a preparare prevalentemente nel periodo “dei morti”. È di cottura lenta e lunga come le notti di novembre; è appetitosa e riscalda e sicuramente poteva essere necessaria per avere un piacevole ristoro negli umidi e freddi anni del passato, quando la stufa della cucina provvedeva a tutta la casa. Negli odierni giorni novembrini, forse abbiamo bisogno piuttosto di un calore che ci scaldasse l’anima o rinfrancasse l’umore. Questa umile minestra a me dà anche questo, facendo riaffiorare i ricordi dei cari che non sono più qui con me, i cari che mi regalavano il senso rassicurante della protezione famigliare degli anziani. Proprio quello di cui ho bisogno in questi giorni, quando dalla finestra scorgo solo una nebbia ceca. Mia suocera cuoceva delle quantità esagerate di cisrò che poi mangiavamo per 3/4 giorni: è l’uso antico! Potete sostituire la carne di maiale con altri tipi: vitello, manzo, anche l’agnello – viene ugualmente buona. E se volete avere una cisrò più gustosa, d’altri tempi, aggiungete anche qualche pezzo di testina, un orecchio e il codino del maiale.

venerdì 6 novembre 2015

TRADIZIONE E CIBO - LA CUCINA DEI "MORTI"

Nell’immaginario collettivo arcaico i legumi, così come i semi, erano connessi al mondo dell’Oltretomba. Ancora oggi, in alcune plaghe rurali, fave e ceci sono il classico cibo del giorno dei morti. I rari ceci neri sono i protagonisti della cisrà monferrina, come dello zimino savonese. In Irpinia, il 2 novembre, le famiglie benestanti erano solite distribuire una zuppa di ceci bolliti ai meno abbienti. “Ceci cotti per l’anima dei morti” era la triste litania che frotte di poveretti, armati di cucchiai e scodelle, intonavano dinanzi alle case dei signorotti.