giovedì 20 luglio 2017

PRENDER LA VIA - IMPROVVISATA A BERGAMO ALTA



Percorso cambiato, “al volo”. E cosi il navigatore va in affanno: “ricalcolo il percorso...”; dalle rilassanti e per essere a luglio, leggermente fredde e nebbiose montagne della Valle Seriana, ci troviamo al caldo, nel traffico ordinato, ma intenso di Bergamo con meta improvvisata alla Città Alta.



Parcheggio sotto le mura vecchie da cui si apre una panoramica sulla Bergamo bassa, più moderna.

Saliamo con le scalinate lasciando dietro le spalle le mura venete, da poco annoverate nel patrimonio mondiale del UNESCO perché sono fra le poche, in buono stato di conservazione, che circondano ancora completamente un centro storico.


Si percepisce una certa calma e serenità nell'aria. Ci si sente avvolti da un'atmosfera particolare, poca gente, poco asfalto, poco cemento, ma tante pietre millenarie, affreschi, scritte...Continuiamo a salire e confluiamo gradualmente nelle correnti principali delle comitive turistiche.









Ci sembra che fin da prima del 49 a.C., quando Bergamo divenne un Municipio romano, gli abitanti abbiano cercato di innovare poco e di conservare e trasmettere tanto.
































Ci lasciamo affascinare e come tanti “collegni visitatori”, cominciamo a scattare: click, Piazza vecchia con la fontana Contarini; click, Palazzo della Ragione. E inaspettata per noi l'apparsa della punta prepotente del Campanone (la Torre civica), click, click.








Ammiriamo la facciata della Capella Colleoni e le sue finezze che col la luce del tramonto diventano ancora più rosa.






Rimaniamo magnetizzati dagli interni della basilica di Santa Maria Maggiore, con i suoi affreschi e arazzi; scopriamo che ospita la tomba del musicista Gaetano Donizetti che qui fu per anni maestro di cappella.






Questa città come un'isola incantata ci ha rapiti e non ci siamo neppure accorti che sono passate quasi tre ore e il diktat del tassametro del posteggio che ci richiama ha ripreso a esercitare il suo potere. Tuttavia ci siamo permessi una fetta di pizza accompagnata dal un sorriso gentile della commessa.

Accelerando l'andatura verso l'auto, buttiamo ancora un paio di occhiate dietro: siamo veramente affascinati da questo luogo particolare con le pietre tiepide di mille tramonti a fare da sfondo a teneri oleandri. Quest'aria unica e riposante accresce il rammarico che tutto avviene sempre troppo in fretta, ma portiamo anche con noi il bel ricordo e come sempre la consapevolezza di essere fortunati e l'auspicio di un'altra visita alla Berghem de hura.


E per rispettare la nostra “regola” della “ricerca della ricetta perfetta”, amanti come siamo delle cose buone, ci viene voglia di conoscere la città “al palato”. Ricordiamo che il piatto più famoso è “polenta e osei”, ma vista la data e il caldo di questi giorni, per ora ci accontentiamo di una gradevolissima formaggella, acquistata nella bottega adiacente la Piazza.

Arrivederci, Bergamo de hura!


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