sabato 22 luglio 2017

TRADIZIONE E CIBO - PAPAVERO





Perché, ecco, l'inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n'è andata;
i fiori sono apparsi nei campi
(Cantico 2:11-12)


[Nell’immagine: il papavero in una tavola dell'opera di Dioscoride contenuta nel Codex Vidobonensis (VI secolo), custodito nella Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna]



Non tutti i papaveri contengono sostanze stupefacenti (è il papaver somniferum quello da cui si ricava l’oppio e a cui accenneremo sotto); il papavero rosso (papaver rhoeas), comune nei nostri campi nella tarda primavera, è blandamente sedativo e antispasmodico. Da qui l’uso di abbinare questo fiore alla pigrizia e alla mollezza; caratteristiche smentite dal suo colore rosso intenso che evoca immagini solari. John Ruskin, scrittore, pittore, poeta e critico d'arte del romanticismo britannico, lo descriveva così: “Tutto seta e fuoco, un calice scarlatto tagliato perfettamente tutt’intorno, si vede da lontano in mezzo alle erbe selvatiche come un carbone ardente caduto dagli altari del cielo”.
Ai cristiani questo fiore purpureo non poteva non evocare il racconto della Passione e Morte di Cristo, simbolo del Sacrificio redentore. A sostegno di questa tesi Louis Charbonneau-Lassay, storico, archeologo e iconografo francese di fine ‘800, cita alcune fonti autorevoli che ci fanno comprendere perché troviamo questo fiore nell’iconografia medioevale.
Il Cristo era un fiore per i Dotti stessi, così verso la fine del IV secolo, san Gerolamo scrisse: “Il nostro Fiore ha fatto morire la Morte; e questo fiore è morto al fine di distruggere la Morte con la Sua”. Nel Genesi il Messia “lava la sua veste nel sangue dei grappoli” (49:11); in Isaia “Egli preme il torchio di Bosra” (58 e seguenti) e ne esce tutto imporporato; nell’Apocalisse appare come un cavaliere coperto da un mantello tinto di sangue in sella a un cavallo bianco (19:13). Onorio d’Autun sembra che lo identifichi con il “Fiore dei Campi” di cui parla il Cantico di Salomone che fu sempre considerato una figura emblematica del Cristo. [nell'immagine Madonna del papavero di Veneziano Paolo]
Il mantello e la veste rossa erano comunque l’attributo dei principi sovrani fin dalla più remota antichità ed è per questo che nel pretorio di Pilato i soldati romani gettarono sulle spalle di Gesù una stoffa scarlatta e schernendolo lo salutarono come re.
Nel medioevo anche i giudici supremi erano vestiti di rosso perché avevano il potere di comminare la pena capitale; deve essere questo uno dei motivi per cui san Brunone d’Asti assegna il colore rosso come attributo alla Giustizia.
I Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, oggi detti di Malta, vestivano un abito rosso per andare in battaglia, poiché il loro Ordine era nato laddove si era sparso il sangue di Cristo e dunque dovevano ricordare ogni giorno di essere pronti a versare il proprio per Lui.
Lo storico francese conclude la sua disamina con questo inciso che dovrebbe far riflettere tutti coloro che hanno “gli intelletti sani”:
“Nessun fiore delle nostre campagne, conveniva di più dell’umile papavero per simbolizzare queste vesti, memoriale esse stesse del sangue redentore, e di cui i cristiani di un tempo comprendevano il senso emblematico, come quelli di oggi comprendono quello dei paramenti liturgici neri, rossi, bianchi o viola negli uffici della Chiesa”.
Nella tradizione popolare un suo petalo veniva usato come prova di fedeltà in amore: posto sul palmo della mano e colpito da un pugno, doveva produrre uno schiocco per dimostrare che l’amato era fedele.
Nel linguaggio dei fiori il papavero simboleggia invece l’orgoglio sopito.

Altro discorso per il papavero da oppio.

I Greci antichi rappresentavano Hýpnos, il sonno, con il capo coronato di papaveri  o con questo fiore in mano; e allo stesso modo raffigurarono Thànatos, la morte, e Nyx, la notte. Sulla loro scia i pittori barocchi ornarono di papaveri la fronte di Oblivione d’Amore, un fanciullo alato, assopito presso la fonte Cizica, la cui acqua aveva il potere di cancellare dalla mente gli amori passati. Questo papavero doveva essere il papaver somniferum o da oppio, spontaneo in Asia. 

Qui basti ricordare questo per non divagare troppo rispetto a quanto ci si è proposti.

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