Perché,
ecco, l'inverno è passato,
è
cessata la pioggia, se n'è andata;
i
fiori sono apparsi nei campi
(Cantico
2:11-12)
[Nell’immagine: il papavero in una
tavola dell'opera di Dioscoride contenuta nel Codex Vidobonensis (VI secolo),
custodito nella Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna]
Non tutti i papaveri contengono sostanze
stupefacenti (è il papaver somniferum
quello da cui si ricava l’oppio e a cui accenneremo sotto); il papavero rosso (papaver
rhoeas), comune nei nostri campi nella tarda primavera, è blandamente
sedativo e antispasmodico. Da qui l’uso di abbinare questo fiore alla pigrizia
e alla mollezza; caratteristiche smentite dal suo colore rosso intenso che
evoca immagini solari. John Ruskin, scrittore, pittore, poeta e critico d'arte del
romanticismo britannico, lo descriveva così: “Tutto seta e fuoco, un calice
scarlatto tagliato perfettamente tutt’intorno, si vede da lontano in mezzo alle
erbe selvatiche come un carbone ardente caduto dagli altari del cielo”.

Il Cristo era un fiore per i Dotti
stessi, così verso la fine del IV secolo, san
Gerolamo scrisse: “Il nostro Fiore ha fatto morire la Morte; e questo fiore
è morto al fine di distruggere la Morte con la Sua”. Nel Genesi il Messia “lava la sua veste nel sangue dei grappoli”
(49:11); in Isaia “Egli preme il
torchio di Bosra” (58 e seguenti) e ne esce tutto imporporato; nell’Apocalisse appare come un cavaliere
coperto da un mantello tinto di sangue in sella a un cavallo bianco (19:13). Onorio d’Autun sembra che lo identifichi
con il “Fiore dei Campi” di cui parla il Cantico
di Salomone che fu sempre considerato una figura emblematica del Cristo. [nell'immagine Madonna del papavero di Veneziano Paolo]
Il mantello e la veste rossa erano
comunque l’attributo dei principi sovrani fin dalla più remota antichità ed è
per questo che nel pretorio di Pilato i soldati romani gettarono sulle spalle
di Gesù una stoffa scarlatta e schernendolo lo salutarono come re.
Nel
medioevo
anche i giudici supremi erano vestiti di rosso perché avevano il potere di comminare
la pena capitale; deve essere questo uno dei motivi per cui san Brunone d’Asti assegna il colore rosso
come attributo alla Giustizia.
I Cavalieri
di San Giovanni di Gerusalemme, oggi detti di Malta, vestivano un abito
rosso per andare in battaglia, poiché il loro Ordine era nato laddove si era
sparso il sangue di Cristo e dunque dovevano ricordare ogni giorno di essere
pronti a versare il proprio per Lui.
Lo storico francese conclude la sua
disamina con questo inciso che dovrebbe far riflettere tutti coloro che hanno “gli
intelletti sani”:
“Nessun fiore delle nostre campagne,
conveniva di più dell’umile papavero per simbolizzare queste vesti, memoriale
esse stesse del sangue redentore, e di cui i cristiani di un tempo
comprendevano il senso emblematico, come quelli di oggi comprendono quello dei
paramenti liturgici neri, rossi, bianchi o viola negli uffici della Chiesa”.
Nella
tradizione popolare
un suo petalo veniva usato come prova di fedeltà in amore: posto sul palmo
della mano e colpito da un pugno, doveva produrre uno schiocco per dimostrare
che l’amato era fedele.
Nel
linguaggio dei fiori
il papavero simboleggia invece l’orgoglio sopito.
Altro discorso per il papavero
da oppio.

Qui basti ricordare questo per non divagare troppo rispetto a quanto
ci si è proposti.
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