
Quando si parla di
Italia nel sentimento comune affiorano idee quali Bellezza, Arte, cucina; ma
più in generale di uno “stile di vita” che attraverso i secoli ha saputo recepire,
applicare e tramandare, un modello con alla base un patrimonio sapienziale che non
poteva non avere il suo Centro di irraggiamento terreno in quella Autorità
spirituale che per l’Occidente era in parte rappresentata dal Vescovo di Roma.
Italia quindi come crocevia spirituale e culturale che sapeva fare tesoro di
tutto quanto incontrava fin dall’epoca dell’Impero; che sapeva mettere a frutto
per un bene comune più diffuso ispirato da i suoi Santi e Poeti. A questo punto
non vorremmo però esser accusati di essere troppo “bucolici”, idealisti, sulla
scorta magari di una mentalità denigratoria del passato diffusa da certi “professori”
che del Medioevo hanno solo cercato di proporre aspetti che facendo
parte della natura umana sono presenti in ogni fase storica e certo non solo e
in modo maggiore in quell’epoca, anzi! Per questo anche se non strettamente
collegato al cibo e alla cucina, ma più in generale a quello “stile di vita” a
cui abbiamo fatto riferimento, proponiamo questo estratto di The
Overworked American, Il declino imprevisto del tempo libero, di Juliet B. Schor
che per chi ha un minimo di obiettività e sa cogliere gli aspetti
essenziali delle cose, mostra come è in corso da anni un’agguerrita opera di devastazione e distruzione di una vita che
ha la sola colpa di essere a misura d’uomo e che prevede ancora un'agricoltura con i contadini.
ERA MEGLIO LAVORARE NEL MEDIOEVO
Tratto da: The
Overworked American, Il declino imprevisto del tempo libero, di Juliet B.
Schor.
“Il
lavoratore si prenderà un lungo riposo al mattino; buona parte del giorno sarà
trascorsa prima che venga al suo lavoro; poi deve fare colazione, come se non
l’avesse fatta alla sua ora solita o altrimenti ci sono musi lunghi e mugugni;
quando scocca l’ora abbandonerà il suo carico in mezzo alla strada e qualsiasi
cosa stia facendo l’abbandonerà al suo stato, anche se molte volte si è
guastata prima che torni; non può trascurare il suo pasto, qualsiasi pericolo
incomba sulla sua opera. A mezzogiorno deve fare la pennichella, poi la sua
bevutina nel pomeriggio, che consuma gran parte del giorno; e quando a sera
arriva l’ora, al primo tocco dell’orologio getta i suoi arnesi e lascia il
lavoro in qualsiasi stato o necessità si trovi”.
James Pilkington, Vescovo di Durham, circa 1570