La Malva è una pianta eliotropaica, ossia orienta i suoi fiori rosa-violetti sul corso del sole.
Esiodo e Teofrasto riferiscono che nella Grecia antica veniva usata come cibo semplice e povero. In epoca romana, come testimonia Marziale, serviva per neutralizzare gli effetti delle nottate trascorse a bere e mangiare smodatamente. Pitagora invece la sconsigliava perché "era la prima messaggera e annunciatrice della simpatia tra le cose celesti e quelle terrene" e per questo impediva, come altri alimenti fra cui le fave, la liberazione dal ciclo delle rinascite. Non era della stessa opinione Plinio che la considerava una panacea e dello stesso parere sarebbero stati i Rinascimentali che l'avrebbero soprannominata omnimorbia, rimedio per tutti i mali. Nel Medioevo si affermarono le sue proprietà calmanti, emolienti e lassative; utile contro la tosse, l'asma e le emorroidi e per curare le malattie da raffrddamento, come la bronchite e la faringite. I contadini si servivano delle foglie per estrarre i pungilioni di vespa, mentre la sua linfa gommosa veniva ridotta in poltiglia e usata come crema rinfrescante per il viso.
Nel linguaggio ottocentesco dei sentimenti, il suo fiore ha ispirato i simboli dell'Amor materno e della Mansuetudine che ben corrispondono alle sue proprietà medicinali.
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