Il cibo è la prima vittima della crisi
economica: infatti la difficoltà di fare fronte a tutte le spese “obblibatorie”
(luce, gas, acqua, telefono/internet e tasse varie) impone necessariamente una
riduzione della qualità degli alimenti che acquistiamo. Da qualunque parte la
si guardi, è una situazione che va sempre a beneficio di pochi e a danno di
molti. E lo scopo va ben oltre l'accumulo della ricchezza congenito al capitale; siamo al cospetto di una strategia volta a tenere "in pugno" le anime degli uomini riducendole alla sola preoccupazione per i mezzi di sussistenza.
Quanta povertà possiamo ancora
sopportare?
di Esther Vivas
“Non possiamo che peggiorare”. Quante
volte abbiamo sentito questa frase? Pensavamo che più povertà, più insicurezza,
più disoccupazione, più pignoramenti, più fame fossero impossibili. La realtà
ha contraddetto questa percezione. Negli ultimi anni, le cifre e le facce della
gente ci dicono che la povertà è aumentata.