Creavit Deus medicamenta de terra
et vir prudens non abhorrebit ea
Il nocciolo è un albero spontaneo, comune nei boschi della fascia collinare e montana. Di media altezza, ha una chioma piuttosto allargata, foglie caduche, ovate e seghettate, fiori maschili in amenti e fiori femminili riuniti in gruppetti da due a quattro.
Il nocciolo si moltiplica per polloni radicali che fruttificano dopo dieci anni; la raccolta dei frutti avviene in agosto e settembre.
La fitoterapia utilizza i semi, le foglie (che si raccolgono in estate), i fiori maschili (in primavera) e la corteccia dei rami (in autunno).
Il frutto, chiamato anche avellana, è avvolto da una cupola campanulata e può essere rotondo, ovoidale o allungato. Ha un elevato valore nutritivo e contiene il 50% di olio grasso, si consuma sia fresco che tostato e viene utilizzato per la preparazione di molti dolci; su tutti il famoso torrone di Gallo d'Alba e la "gianduia" pasta costituita da farina di nocciole e per il 15/20% di cacao con cui si preparano i gianduiotti torinesi.
Con la nocciola si ottiene anche un olio leggero e moderatamente aromatico, di colore giallo ambrato utilizzato sia come alimento, le sue prorpietà antiossidanti e remineralizzanti sono notevoli ed è efficace contro il colesterolo LDL, sia come cosmetico, per l'azione purificante che svolge sulle pelli grasse.
Le foglie hanno proprietà astringenti, depurative e toniche.
I fiori, oltre ad essere diuretici, giovano nel trattamento di rafreddori, bronchiti e influenze. La corteccia è cicatrizzante.
Infuso: mettere 1 cucchiaio di fiori in 1/2 litro di acqua bollente. Lasciare riposare per 20 minuti e bere in giornata.
Decotto: porre 1 cucchiaio di foglie sminuzzate in 1/2 litro di acqua; bollire per 2/3 minuti, quindi lasciare riposare per altri 20 minuti: Bere 3 bicchieri al giorno o fare impacchi locali.
Uso esterno: mettere 2 cucchiai di corteccia triturata in 1/2 litro di acqua e lasciare bollire per 15 minuti; utilizzare per impacchi locali.
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