Con l'informazione nell'epoca attuale si è diffusa anche la contro-informazione, che è tutt'altro che "cantare fuori dal coro", la paragonerei piuttosto a un opera sistematica di disorientamento delle coscienze a partire proprio dalle cose più semplici, per le quali a guardar bene basterebbe il comune buon senso ; ma così il “dubbio” si insinua e apre la porta a qualsiasi assurdità, magari anche a quella di avere una zucca o un cocomero al posto della testa?
Le fake news sulle angurie hanno qualche fondamento?
All’Unione Nazionale Consumatori è stato
segnalato che sul web circolano notizie in merito alla presunta
pericolosità delle angurie e in particolare si sconsiglia di consumare
quelle in cui sono presenti crepe che sarebbero la
conseguenza di trattamenti con sostanze vietate al fine di accelerarne
la maturazione più veloce. Altro segnale negativo sarebbe la presenza
anche di semi bianchi invece che soltanto neri.
Cerchiamo di capire come stanno effettivamente le cose e se le
informazioni negative diffuse abbiano qualche fondamento.
L’anguria è un frutto di origine africana, coltivato già dagli antichi egizi e introdotto in Europa intorno al X – XIII° secolo.
Ha un contenuto di acqua di circa il 95 % e tale caratteristica lo ha reso molto importante tra le popolazioni indigene africane per dissetarsi nei periodi di siccità.
Ha un basso contenuto in zuccheri (circa 3,7 %) e le proteine sono circa lo 0,4 %. Ha un ottimo contenuto di potassio (circa 280 mg/100 gr) e un basso contenuto di sodio (soltanto 3 mg /100 gr). E’ inoltre un’importante fonte di vitamina A.
Il valore calorico della frutta è molto
variabile e per ogni cento grammi si va dalle circa 50 kcalorie delle
mele alle oltre 100 kcalorie dei fichi. Le angurie invece hanno soltanto 16 kcalorie per ogni 100 grammi .
Si tratta quindi di un alimento ideale
per l’estate: aiuta a combattere la sete, apporta i sali minerali utili
per reintegrare quelli persi con il sudore, dà senso di sazietà ed è
quindi un importante ausilio per chi deve seguire una dieta ipocalorica.
Fino alla prima metà del secolo scorso
le angurie nel nostro Paese erano coltivate prevalentemente a scopo
familiare e le “specie” erano poche. In particolare c’era il cocomero
rosso tondo che maturava nel pieno dell’estate e, ovviamente, la
disponibilità era limitata a meno di due mesi.
Successivamente la coltivazione del cocomero è divenuta di larga scala anche grazie alla “creazione” di nuove varietà
(circa una cinquantina in tutto il mondo). Sfruttando al meglio le
diverse condizioni climatiche e ambientali i periodi di produzione si
sono molto dilatati e attualmente abbiamo abbondanti quantità di angurie
di produzione nazionale a partire dalla tarda primavera per finire in autunno.
Le piante delle angurie possono andare
incontro a malattie e in alcuni casi è necessario utilizzare dei
fitofarmaci per evitare danni e perdita di produttività. I trattamenti
possono essere fatti soltanto con prodotti autorizzati dalle Autorità
sanitarie e con modalità tali da non lasciare “residui” pericolosi nei frutti.
In funzione della “varietà” di anguria,
delle condizioni ambientali in cui viene coltivata, dallo stato di
maturazione in cui viene raccolta, dell’intervallo di tempo tra la
raccolta e il consumo si possono avere delle variazioni come il colore più o meno intenso, la comparsa di crepe, i semi più o meno “maturi”
e così via. Tutte queste possibili modifiche non influenzano però la
sicurezza delle angurie e tanto meno sono collegate alla possibile
presenza di residui.
D’altra parte, prima dell’immissione in
commercio le diverse “partite” di angurie sono controllate anche da
strutture pubbliche. Gli ultimi dati sui controlli effettuati con il
“Piano Nazionale Residui” sulla frutta e la verdura dimostrano che i
campioni irregolari sono inferiori al 1 %.
In conclusione si può affermare che le
angurie che troviamo nei diversi punti vendita sono prive di pericoli
per i consumatori; il loro consumo dovrebbe invece essere raccomandato
per l’importante ruolo nutrizionale anche nei regimi alimentari più
rigorosi.
http://www.sicurezzalimentare.it/alimenti-origine-vegetale/le-fake-news-sulle-angurie-qualche-fondamento/
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