La vecchia storia dello struzzo che nasconde la testa o del coccodrillo che versa lacrime... Ma questo scarico di responsabilità che alla fine non vede mai un colpevole fa leva sulle nostre debolezze e sul "potere contrattuale" ossia impositivo delle Multimiliardarie Corporations che creano la malattia per poi vendere la cura in un vortice senza fine il cui unico scopo è profitto e potere. Per questo trovo quanto mai attuale quanto diceva il bisnonno Luigi nel secolo scorso, "i soldi e l'amicizia rompono il collo alla giustizia".
Ora l’ONU accusa i pesticidi: tossici e dannosi, possiamo farne a meno
L’idea che i pesticidi siano essenziali per nutrire una
popolazione mondiale in rapida crescita è un puro e semplice mito. Lo afferma un nuovo studio dell’ONU,
condotto da esperti di alimentazione e inquinamento e approvato dal Relatore
speciale per il diritto al cibo del Palazzo di Vetro, che sarà presentato
ufficialmente domani a New York. Sotto accusa finisce un mercato globale
immenso, stimato in almeno 50 miliardi di dollari l’anno e rappresentato da
alcuni dei maggiori colossi economici globali.
Su queste corporation che producono
pesticidi si concentra la critica severa contenuta nel report. Sono accusate di “negare
sistematicamente i danni” causati dai loro prodotti – come dimostra il
confronto tra alcuni studi mantenuti segreti e le dichiarazioni pubbliche di
certe aziende – ma anche di adottare “tattiche di marketing aggressive
e non etiche”, nonché di pianificare pesanti azioni di lobbying sui
governi col risultato di aver “impedito le riforme e aver paralizzato le
restrizioni globali sui pesticidi”.
E non è tutto. Il rapporto dell’Onu
sostiene che i pesticidi hanno impatti catastrofici sull’ambiente, sulla salute
umana e sull’intera società, e cita le 200mila morti stimate
ogni anno per avvelenamento acuto. “E’ tempo di dar vita ad un processo
globale di transizione verso un cibo e una produzione agricola più sicuri e
sani”, concludono gli autori dello studio.
Come ti sfamo il mondo
Dall’altro lato della barricata stanno
le argomentazioni storiche delle multinazionali dell’agrochimica: i pesticidi
sono essenziali per proteggere le colture e garantire stabilità alla
produzione, dunque in prospettiva sono il cardine su cui si può basare la
crescita della popolazione, che dovrebbe passare dagli attuali 7 miliardi di
persone a 9 miliardi nel 2050.
“E’ un mito – ribatte la
Relatrice speciale dell’Onu sul diritto al cibo Hilal Elver – Usare più
pesticidi non ha nulla a che vedere con il cancellare la fame. Secondo i dati
Fao, siamo in grado già oggi di sfamare 9 miliardi di persone. La produzione
sta crescendo ma il vero problema è la povertà, le disuguaglianze e la
distribuzione.
Nel rapporto
trova ampio spazio il tema della tossicità dei pesticidi. Il problema
è quello di sempre: la ricerca scientifica continua a dimostrare che questi
prodotti hanno degli effetti avversi, ma resta un compito degno di Sisifo
quello di provare, rispettando i crismi della scienza, il collegamento
definitivo e certo tra un dato livello di esposizione a sostanze tossiche e una
data condizione di salute o una patologia. Su questo ambito marciano le
campagne delle multinazionali, e anche le pressioni dei lobbisti.
Una battaglia
che è in corso da tempo e che rispecchia la cronaca degli ultimi mesi: per
restare in Europa, basti pensare ai mille balletti e conflitti d’interesse attorno
al glifosato,
oppure alla controversa stesura dei criteri per identificare gli
interferenti endocrini, o ancora al bando – tutt’altro che definitivo e
comprensivo – dei neonicotinoidi. Elver sottolinea come tutto questo groviglio
di problemi possa essere risolto con una mossa decisamente semplice: attenersi
al principio di precauzione, come da anni invocano Ong di tutto il mondo.
Principio di
precauzione che è assente nelle politiche degli Usa, presente a giorni alterni
in quelle europee e spesso completamente ignorato nei paesi in via di sviluppo.
Il rapporto sottolinea come solo nel 35% di questi Stati sia in vigore una
regolamentazione dei pesticidi, e anche in quei casi farla rispettare è
problematico. Ma non bisogna andare a cercare troppo per imbattersi in
assurdità figlie di una doppia morale: in molti casi il Paese che ha messo al
bando un pesticida sul suo territorio, continua a produrlo per l’esportazione.
E questo purtroppo non è un mito ma la realtà dei fatti.
http://www.rinnovabili.it/ambiente/onu-accusa-pesticidi-222/
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