Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino:
era sacerdote del Dio Altissimo
Genesi, 14:18
Mi ha introdotto nella cella del vino
e il suo vessillo su di me è amore.
e il suo vessillo su di me è amore.
Cantico dei
Cantici, 2:4
Questi versetti di due
Libri fondamentali dell’Antico Testamento, mostrano la rilevanza spirituale del
vino nella religione ebraica, tale per cui non stupisce la sua trasformazione
neotestamentaria in sangue, la componente essenziale del sacrificio. Faccio
seguire alcune brevi note pratiche sull’impiego rituale di questa bevanda e la
coltivazione della vite che confermano come per gli ebrei sia perfettamente
attuato il versetto del Siracide secondo
cui il vino è come la vita dunque occorre che l’uomo ne beva con misura (31:27).
Il vino proibito dalla Toràh (Dt 32:38) è quello consacrato a culti diversi dall’Ebraismo, ma la tradizione rabbinica proibisce ogni altro vino che non sia contrassegnato e prodotto da ebrei osservanti, che devono controllarne l’intero ciclo di produzione e di distribuzione, evitando la manipolazione da parte di non ebrei o di ebrei non osservanti.
Il rigore di questa prescrizione viene
giustificato dal ruolo simbolico e dalla funzione cultuale che vengono assolte
dall’uso moderato del vino in diversi riti ebraici, infatti, ad esempio, è
strumento di santificazione (qiddùsh)
all’inizio di ogni festa. Il vino viene usato in molte occasioni religiose:
durante la Pessah si bevono quattro bicchieri
di vino, un bicchiere in occasione della circoncisione, due bicchieri per il
matrimonio e nel corso della festa di matrimonio il novello sposo getta a terra
e rompe col piede un bicchiere di vino, in occasione di un funerale si offrono
dieci bicchieri di vino in segno di lutto. La benedizione recitata sul vino
rappresenta infatti uno degli elementi distintivi del giorno di festa (nell'immagine a fianco Noè fa il vino). Il vino
è quindi molto importante nella cultura ebraica e costituisce una di quelle
gioie di cui non è richiesto di privarsi salvo alcune eccezioni. I discendenti
di Aronne, cioè i sacerdoti, infatti, quando prestano servizio, sono tenuti ad
astenersi dalle bevande inebrianti e, allo stesso modo, l’astinenza dalle
queste bevande è richiesta a colui che abbia fatto voto di nazierato.
Vi sono anche regole particolari per la
coltura della vite:
1 è proibito, durante i primi tre anni
del ceppo di vite, raccoglierne i grappoli che conseguentemente vengono
distrutti prima della fioritura (Orlah);
2 la vite deve essere lasciata a riposo
(incolta) ogni sette anni (Smitah) e
in questo periodo non si devono raccoglierne i grappoli salva dispensa speciale;
3 è proibito lasciar crescere, tra i
filari del vigneto, altre piante quali quelle orticole o frutticole (Kilai Hakerem);
4 l’uno per cento della produzione non
viene utilizzata (Trumat Maser) in ricordo della decima versata ai sacerdoti
guardiani del Tempio di Gerusalemme.
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