
 
Sin dal XIV secolo, ogni 6 dicembre, Nicola veniva a portare i doni 
ai bambini del Nord Europa, passando attraverso il camino. Era una 
figura molto popolare e molto amata e questo sembra avergli dato la 
forza di resistere durante un periodo in cui le immagini e le statue dei
 santi venivano rase al suolo, bruciate e distrutte. S.Nicola è così rimasto nella memoria popolare, in una forma che 
J.Seal definisce “dormiente”, fino agli inizi del XIX secolo. Gli 
olandesi, nella cui lingua porta il nome di Sinterklaas, lo portarono 
nel Nuovo Mondo, in particolare nella Nuova Amsterdam, l’odierna 
Manhattan, e la pronuncia americana dell’olandese portò all’evoluzione 
linguistica da Sinterklaas all’odierna pronuncia anglosassone di Santa 
Claus. Nel frattempo, a cavallo fra l’Olanda e gli States, acquistò 
slitta, renne e campanellini, tipici del Nord Europa, nel periodo 
invernale. E’ nei primi decenni del 1800 che, per opera di un gruppo di 
scrittori americani – prima Washington Irving, poi Georg Pintard, poi 
ancora Clement Clark Moore, insieme ad un fiorire di poesie anonime 
Santa Claus, oramai resosi completamente indipendente da San Nicola, pur
 conservandone la realtà del dono ed il nome, divenne popolare nella sua
 nuova forma. Il nome che Babbo Natale conserva tuttora nella tradizione
 anglosassone, Santa Claus, non viene più percepito come nome di un 
santo, pur essendone la chiara derivazione. Santa Claus-Babbo Natale non
 è più, così, legato al 6 dicembre, e la tradizione dei suoi doni si è 
trasferita definitivamente al giorno di Natale.