mercoledì 17 gennaio 2018

CARCIOFO


Creavit Deus medicamenta de terra 
et vir prudens non abhorrebit ea

[Siracide, 38:4]


Pianta perenne tipica del bacino del Mediterraneo, il carciofo è ampiamente coltivato nel nostro paese per i capolini fiorali (carciofi), costituiti da grosse squame di colore verde violaceo e giallognolo, con base carnosa e apice terminante in alcune varietà con una spina. Al centro del ricettacolo si sviluppano numerosi fiorellini di colore azzurro vivo. 
Il carciofo ha notevole valore nutrizionale ed è indicato per stati di debolezza, anemia e per i bambini grazie al suo contenuto di sostanze azotate, idrati di carbonio, cellulosa, ferro e calcio. 
La parte medicamentosa sono le foglie basali della pianta che contengono cinarina, inulina, ossidasi, cinarasi, proteasi, tannino, potassio, magnesio e tracce di ferro e manganese. Queste proprietà esercitano azione tonica, stomatica, diuretica, colagoga, epatoprotettiva, ipocolesterolemizzante e ipoglicemizzante. Sono pertanto impiegate in tutti i disturbi del fegato, contro la gotta, l'arteriosclerosi, i reumatismi, le malattie dei reni e della pelle, il diabete e l'ipercolesterolemia.


Castore Durante nel suo Herbario nuovo, riporta che "mangiati crudi i carciofi corroborano lo stomaco, fanno buon fiato; cotti in brodo fanno buon odore a tutto il corpo e provocano l'urina, ma puzzolente. La radice pesta e applicata leva via l'odoregrave delle ditella (ascelle) e di tutto il corpo".

Decotto: mettere una manciata di foglie essicate in 1 litro d'acqua e fare bollire per 5 minuti. Bere da 2 a 3 bicchieri al giorno.

Tintura vinosa: si ottiene da 2 manciate di foglie essicate, messe a macerare per 10 giorni in 1 litro di vino. Bere un bicchierino dopo i pasti.

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