La leggenda dice che San
Giovanni Battista utilizzava l’artemisia come cintura quindi, nel Medioevo,
quando c’era la festa di San Giovanni, la gente usava i rametti di questa
pianta per tener lontano il male.

Il nome della pianta deriva
dal greco artemes che vuol dire “sano” ed era conosciuta ovunque (Cina, Grecia, Egitto), fin dall’antichità per
le sue proprietà curative. Usata dagli ippocratici, apprezzata da Dioscoride, anche
a Roma era impiegata per curare diverse malattie; fu ritenuta una vera panacea
durante tutto il Medioevo.

Oggi è impiegata contro i
dolori mestruali o contro i flussi scarsi, in caso di nausea o vertigini, nelle
digestioni difficili, contro i vermi intestinali, disturbi epatici. È digestiva, depurativa e disintossicante del fegato.
Infuso: mettere una manciata di fiori secchi in mezzo litro di acqua bollente, dopo venti minuti colare e addolcire con miele; bere un bicchiere tre volte al giorno.
Polvere: ridurre dopo averle essiccate, le
radici in polvere; amalgamarle al miele o marmellata e prenderne un cucchiaino
al giorno per disintossicarsi.
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