Quando l'uomo è in armonia con l'ambiente, non servono "trucchi" e migliori "politiche" per avere quanto è già disposto che abbia; ma quando quest'armonia viene meno perché la prosperità e la soddisfazione del proprio successo aprono le porte del cuore all'orgoglio e all'egoismo, la rovina è dietro l'angolo: dice un testo buddista,
"Coloro che ritengono essenziale il non essenziale
e considerano non essenziale ciò che è essenziale,
non ottengono l'essenziale,
vivono nel campo delle intenzioni erronee".
*Le labbra della vecchia zuni sembravano borbottare una preghiera, mentre impastava la farina di mais. Metteva tanto impegno, tanta dedizione in quei gesti quotidiani che aveva l'aria di una sacerdotessa intenta a compiere un rito sacro. Dopo aver fatto cuocere alcune focacce, le servì con portamento dignitoso e nobile. I suoi ospiti non parvero notarlo. Presero le focacce chiacchierando e ridendo. La vecchia abbozzò una smorfia che mise in risalto le rughe del suo viso, segnato come le pareti della mesa che sovrastava il villaggio. Vi era iscritto un lungo labirinto di vita. La sua, senza dubbio, con le sue gioie, le sue prove, le sue esperienze, ma anche quelle di tutto il suo popolo. "Vedo che siete cresciuti presso i nostri giovani fratelli bianchi. Mangiate con le mani e la bocca, non con il cuore. Forse sarebbe bene che ascoltaste questa storia profondamente impressa nella nostra memoria. Forse è giunto il momento che uno di voi la porti al vostro popolo così lontano dal Centro del Mondo, prima che sia troppo tardi...
Libellule,
portate i nostri messaggi
fino alle nubi.
I Kachina
non ci dimentichino,
lascino le loro tracce
sulla nostra sabbia.
Libellule,
portate le nostre offerte,
alle Vergini del Mais.
Ci benedicano,
facciano crescere
i nostri figli dei campi,
i loro nipoti.
*Tratto da "L'uccello-mais", leggenda Zuni
*Tratto da "L'uccello-mais", leggenda Zuni
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