Il rito
tradizionale russo di bere il tè
di Marina
Komarova
(parte I)
Il tè è una tra
le bevande più popolari in Russia, ed il suo uso, con tutto ciò che ruota
intorno ad esso, lo fa collocare come un elemento caratteristico del costume
nazionale. Il tè ti riscalda durante le fredde serate invernali, ti rincuora
durante i ricevimenti estivi, fa radunare intorno alla tavola gli ospiti o i
membri della famiglia. È il pretesto per una conversazione informale, molto
intima. Molta gente in Russia inizia la sua giornata con una tazza di tè, o
magari due. Proseguendo, anche negli uffici più efficienti, incontrarsi con i
colleghi a prenderne una tazza è segno di pausa conviviale; la sera è la
bevanda che ti “riconcilia” con la vita. Con il tè, si termina qualsiasi pasto,
ma si può prendere anche separatamente, ad esempio con i dolci: l’ingrediente
importante, comunque, è trovarsi in buona compagnia, berlo senza fretta,
insomma, goderselo. Nel mondo moderno, purtroppo, questi momenti sono sempre
più rari, ma la cultura del consumo, gli oggetti necessari per questo rito ed i
costumi si conservano tutt’oggi.
Lo spunto per
scrivere del tè mi è venuto ricordando un fatto. Un giorno stavo prendendo un
tè con una cara amica di Firenze, a casa mia, a Mosca. Per farlo raffreddare,
ho versato il liquido dalla tazza al piattino a bordo alto, “alla borghesina”,
come si faceva una volta. “Cosa ti è successo!? – esclamò stupita
l’amica – hai rovesciato il tè? Aspetta, ti do una salvietta!”. Questo
piccolo fatto è stato lo spunto per far conoscere alla mia amica (e a tanti
altri amici italiani) le usanze del “prendere il tè alla russa”. Ma proseguiamo
per gradi.
Come e quando è arrivato il tè nella fredda Russia?

Etimologia: perche in Russia si beve “chai” mentre in Europa si beve tè?
La parola “chai”
(si pronuncia come il fonema “c’hai” in italiano ), venne utilizzata in
Russia fin dalla metà del Seicento, prima per identificare una pianta
medicinale, poi anche la bevanda. I primi tè arrivarono in Russia dal nord
della Cina dove si parlava mandarino: il nome, così, risente di questa
provenienza. In Europa, invece, il tè arrivava dal sud della Cina dove in
dialetto veniva chiamato “tè”.
Come prendere il tè “alla russa”? Ovvero, di cosa si necessita per la “cerimonia antica”.


L’orgoglio di
ogni padrona di casa erano gli apparati da tè. Ricamati da loro stesse, o dalle
figlie, questi, soprattutto in campagna, erano la “dote”, il tesoro tramandato
e da tramandare. Un altro particolare di rito è l’uso di un copriteiera a forma
di gallina, o di bambola con la gonna larga e gonfia, per poter nascondere la
teiera d’infusione: questi copriteiera si chiamano “baba na c’hàinik” cioè
“femmina sopra la teiera”.
Il Samovàr
Si tratta di un’invenzione
propriamente russa che con il suo arrivo incrementò notevolmente il consumo di
tè. Il suo nome deriva da due parole “sam”
(da solo) e “varit” (bollire).
Quest’oggetto della vita quotidiana ha da sempre simboleggiato l’ospitalità
nazionale. I primi samovàr furono prodotti, verso la fine del Settecento, dai
famosi maestri armaioli di Tula. Nel Ottocento, poi, i samovàr diventarono
oggetti di massa seppur, fino al inizio del Novecento, essi erano considerati
un acquisto economicamente “importante”, curati e tramandati in famiglia.
Costituito da dodici parti, costruito in argento, o in rame, o in leghe
metalliche, alimentato con schegge di legna o con carbonella, il samovàr
permetteva il mantenimento di acqua calda, indispensabile negli inverni freddi.
A parte la praticità, l’economicità e la bellezza, nei samovàr veniva
apprezzata anche la loro “musicalità”. Prima che l’acqua cominci a bollire il
recipiente inizia a “cantare”, e questo “tintinnio”, simile al canto del
grillo, rendeva l’atmosfera a tavola più intima e accogliente.
La diffusione del tè a Mosca. Qual è la storia del rito del tè nella capitale?
Mosca ha
“insegnato la moda” del tè a tutta la Russia. Per quasi tutto il XVIII secolo
il tè in Russia si trovava quasi esclusivamente a Mosca. Già intorno al 1847,
c’erano oltre 100 negozi specializzati e oltre 300 sale da tè. Entrato in uso e
considerato dai moscoviti, soprannominati “sorseggiatori d’acqua”, non solo
come bevanda dissetante, ma anche come manifestazione di vita sociale, tanto
che a prendere il tè si stipulavano accordi matrimoniali e contratti
commerciali; sembra che senza di esso non si mettessero a discutere una
questione seria.
Un ruolo
importante nella storia del tè in città, lo ebbe la famiglia Perlov, famosa
dinastia di mercanti, che iniziarono a commercializzare “l’erbetta cinese” già
agli inizi del Settecento. Per tutto l’Ottocento, furono tra i maggiori
importatori di tè nel paese. Nel 1890-93 i Perlov costruirono in via
Mjasnizkaja una casa da tè in stile chinoiserie (nella foto), divenendo in breve
tempo una delle attrazioni “esotiche” di Mosca, ieri come oggi. Qui si possono
trovare numerose qualità di tè e caffè, e rimanere “rapiti” dalle emozioni di
un luogo e dai profumi d’altri tempi.
Il letterato
Ghiljarovskij (o semplicemente zio Ghiljai come lo chiamavano i vetturini
moscoviti) ci ha lasciato delle descrizioni dettagliate delle vecchie trattorie
moscovite, dove si riscaldavano a prendere il tè i barocciai, oppure in quelle
di solida reputazione si radunavano i grandi mercanti ma anche artisti,
letterati, pittori. Anche Vjurkòv, l’autore di Racconti della vecchia Mosca,
ricorda: “Il tè, i moscoviti, lo prendevano la mattina, a mezzogiorno
e senz’altro alle quattro di pomeriggio. A quest’ora in ogni casa a Mosca
bolliva il samovàr. Le sale da tè e le trattorie erano piene e la vita si
fermava. Se lo consumavano la sera, o quando si sentivano tristi, lo bevevano
per non aver nulla da fare o “semplicemente così”.
Nel quartiere
dell’Oltremoscova (Zamoskvoreč'e), antica zona borghese della città, il tè era
accompagnato solo con miele o con uva sultanina, per risparmiare lo zucchero
costoso. I mercanti autorevoli bevendo il tè caldo avevano l’usanza di
accarezzarsi il corpo, intendendo dire che la bevanda è andata nel cuore,
nell’anima e per tutte le vene. Ancor oggi i moscoviti dopo aver bevuto un
sorso di tè caldo a volte non riescono a trattenersi un suono di piacere: A-ah!
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