In un articolo interessante che
compare sulla pagina web de La Stampa a firma Stefano Massarelli, si affronta un tema di
grande attualità come quello delle proprietà del cibo, fornendo una
testimonianza del passato, nello specifico esaminando le caratteristiche della
dieta dell’Ordine del Tempio che suggerisce anche a noi dopo diversi secoli,
un corretto ed equilibrato stile alimentare. Spesso si leggono libri e articoli
che trattano argomenti di rilievo col “taglio” del gossip, assolvendo così la
sola funzione di
distogliere i lettori dalla verità in un
subdolo lavoro di dissacrazione. In questo caso invece la mancanza di orpelli e
coloriture tipiche del pensiero moderno che sembra non possa fare a meno di creare suggestioni, rendono senza dubbio un buon servigio al
genuino sapere.
Forniamo comunque anche alcuni
passaggi degli scritti di san Bernardo di Chiaravalle che della Regola templare
fu l’estensore.
“Ora trattiamo brevemente dei costumi e della vita dei cavalieri di
Cristo, affinché appaia chiaramente quanto differiscano fra loro la cavalleria
di Dio e la cavalleria del secolo.
Innanzi tutto certamente non manca la disciplina, né l’obbedienza viene
mai disprezzata: poiché secondo la testimonianza della Scrittura (Eccl. 22:3),
“Il figlio disobbediente perirà”.
Nel vitto e nell’atteggiamento ci si astiene da ogni cosa superflua, si
provvede alla pura necessità (Elogio della nuova cavalleria 4).
Durante la settimana basti mangiare carne
tre volte perché il frequente uso della carne produce grave corruzione del
corpo (Regola § 10). Negli altri giorni, lunedì, mercoledì, sabato, a tutti
basteranno due o tre piatti di legumi o portate di altro cibo, come possa
essere una pietanza cotta (§ 12). Tutto l’Ordine, ad eccezione degli infermi
per la loro debolezza, sia pago nel venerdì di un solo pasto di quei cibi che
si usano in Quaresima (§ 13).
Non siedono mai oziosi, né gironzolano curiosi e quando non sono
occupati in guerra, per non mangiare il pane a ufo, riparano le armi, le vesti
danneggiate o mettono in ordine ciò che è in disordine. È bene che i fratelli
di solito mangino a due a due per la scarsità di piatti, in modo che l’uno
prenda cura dell’altro con sollecitudine, affinché un’eccessiva disciplina o
astinenza non autorizzata non vengano praticate abitualmente a pranzo (§ 11)”.
La distribuzione del vitto veniva
fatta tenendo in conto non la qualità della persona, ma il suo stato fisico: ai
convalescenti e ai malati veniva distribuito un vitto speciale che comprendeva
la carne, anche quella dei quadrupedi che nella regola originaria era proibita
ai monaci.
Per quanto
concerne la “longevità” templare, se pure una corretta alimentazione è molto
importante per lo stato di salute psicofisica -“mens sana in corpore sano” ribadiscono gli antichi- sarebbe
improprio concludere che questa sia l’effetto esclusivo di un corretto “codice
alimentare”. Indubbiamente vi è molto di più e ciò legato alle leggi dello
Spirito, ma quest’ambito esula dalle nostre competenze.
La dieta dei Templari: ecco perché vivevano 30 anni
più degli altri
Il regime
alimentare era un obbligo per i cavalieri del Basso Medioevo. Alcuni vissero
fino a 70 anni. Pesce e legumi alla base dei loro pasti. La carne non più di
tre volte alla settimana.
Di Stefano Massarelli
In un’epoca storica come il Basso Medioevo in cui
l’aspettativa di vita oscillava tra i 25 e i 40 anni, i rappresentanti
dell’ordine dei cavalieri Templari raggiungevano di frequente il doppio
dell’età e non di rado superavano i 70 anni. Ne è un esempio Jacques de Molay,
l’ultimo Maestro dell’ordine, il quale spirò alla veneranda età di 71 anni
condannato al rogo, quindi non per cause naturali. È quanto emerge dai
documenti storici relativi all’epoca compresa tra l’XI e il XIV secolo, che
portano a immaginare i Templari come gli ultracentenari di quel tempo. «È
evidente che c’era una peculiarità nel loro stile di vita che li portava a
vivere più a lungo degli altri, riconducibile in primo luogo alla loro
alimentazione», sottolinea Francesco Franceschi, direttore del reparto di
medicina d’urgenza al Policlinico Gemelli di Roma, che ha firmato una ricerca
dal titolo «The diet of Templar Knights: Their secret to longevity?», da poco
apparsa sulla rivista scientifica internazionale Digestive and Liver Disease.
PESCE E MOLTI LEGUMI
«I rappresentanti dell’ordine dei Templari – spiega
Franceschi – seguivano uno stile di vita sancito dalla “regola templare
latina”, che includeva capitoli riguardanti l’alimentazione e l’igiene a
tavola. Riguardo all’alimentazione – prosegue il professore – una regola
vietava loro di mangiare carne per più di tre volte alla settimana. Questa era
sostituita con pesce, verdure e soprattutto legumi, che rappresentano i più
potenti prebiotici presenti in natura e il nutrimento ottimale dei batteri
buoni che compongono la flora intestinale», avverte il professore. Rispetto
all’alimentazione classica del tempo, prevalentemente a base di carne
(specialmente per le classi agiate), i Templari prediligevano quindi un modo di
mangiare a ridotto contenuto di grassi, che allontanava il rischio di tumori
del tratto digestivo e di sindrome metabolica, che da sempre costituisce un
terreno fertile per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, diabete e tumori.
IGIENE E QUALITÀ IN TAVOLA
Anche l’igiene in tavola aveva la sua importanza. I
rappresentanti dell’Ordine dei Templari nutrivano infatti attenzioni
particolari alla pulizia e alla qualità degli alimenti: mangiavano solo in
refettori curati e su tovaglie pulite, avevano l’obbligo di lavarsi le mani
prima di mangiare e vietavano a chi faceva lavori manuali – ad esempio ai
maniscalchi o ai contadini – di servire il cibo in tavola, in modo da mantenere
la giusta igiene durante i pasti. Il cibo consumato era inoltre sottoposto
a stretti controlli che interessavano tutta la filiera, così che venivano
portati in tavola alimenti di buona qualità e privi di potenziali rischi di
trasmissione di malattie virali o parassitarie. Inoltre, sottolinea Franceschi:
«I Templari furono i precursori della piscicoltura e quindi allevavano il pesce
che mangiavano. In più era vietato loro il consumo di cacciagione, mentre la
carne e altri prodotti che mangiavano provenivano esclusivamente dall’Europa e
quindi erano più sicuri e di qualità».
ALCOL «DILUITO»
Dai documenti storici traspare che anche il loro modo
di bere era migliore. In sostituzione al vino classico, ad esempio, gli
appartenenti all’ordine preferivano il vino di palma a cui veniva aggiunta
polpa di canapa e aloe vera. «Questo tipo di vino, presente specialmente in
Terra Santa, è caratterizzato da un basso grado alcolico e oggi sappiamo che il
basso contenuto di alcol ha una proprietà antiaggregante piastrinica del tutto
simile a quella della cardio-aspirina. Lo stesso vino di palma serviva poi a
liberare l’acqua da parassiti e agenti patogeni» spiega Franceschi.
L’acqua inoltre era spesso insaporita con agrumi, che oltre a
disinfettarla fornivano vitamina C e licopene, elementi utili sul piano
metabolico e nella prevenzione di numerose patologie. «In conclusione – afferma
Franceschi – la dieta e le abitudini di vita potrebbero essere la spiegazione
per la straordinaria longevità dei Templari: se questo è il caso, il motto
“imparare dal passato” non è mai stato così appropriato».
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