giovedì 5 maggio 2016

TRADIZIONE E CIBO - LA DIETA DEI TEMPLARI



In un articolo interessante che compare sulla pagina web de La Stampa a firma Stefano Massarelli, si affronta un tema di grande attualità come quello delle proprietà del cibo, fornendo una testimonianza del passato, nello specifico esaminando le caratteristiche della dieta dell’Ordine del Tempio che suggerisce anche a noi dopo diversi secoli, un corretto ed equilibrato stile alimentare. Spesso si leggono libri e articoli che trattano argomenti di rilievo col “taglio” del gossip, assolvendo così la sola funzione di distogliere i lettori  dalla verità in un subdolo lavoro di dissacrazione. In questo caso invece la mancanza di orpelli e coloriture tipiche del pensiero moderno che sembra non possa fare a meno di creare suggestioni, rendono senza dubbio un buon servigio al genuino sapere. 

Forniamo comunque anche alcuni passaggi degli scritti di san Bernardo di Chiaravalle che della Regola templare fu l’estensore.




“Ora trattiamo brevemente dei costumi e della vita dei cavalieri di Cristo, affinché appaia chiaramente quanto differiscano fra loro la cavalleria di Dio e la cavalleria del secolo.
Innanzi tutto certamente non manca la disciplina, né l’obbedienza viene mai disprezzata: poiché secondo la testimonianza della Scrittura (Eccl. 22:3), “Il figlio disobbediente perirà”.
Nel vitto e nell’atteggiamento ci si astiene da ogni cosa superflua, si provvede alla pura necessità (Elogio della nuova cavalleria 4).

Durante la settimana basti mangiare carne tre volte perché il frequente uso della carne produce grave corruzione del corpo (Regola § 10). Negli altri giorni, lunedì, mercoledì, sabato, a tutti basteranno due o tre piatti di legumi o portate di altro cibo, come possa essere una pietanza cotta (§ 12). Tutto l’Ordine, ad eccezione degli infermi per la loro debolezza, sia pago nel venerdì di un solo pasto di quei cibi che si usano in Quaresima (§ 13).
Non siedono mai oziosi, né gironzolano curiosi e quando non sono occupati in guerra, per non mangiare il pane a ufo, riparano le armi, le vesti danneggiate o mettono in ordine ciò che è in disordine. È bene che i fratelli di solito mangino a due a due per la scarsità di piatti, in modo che l’uno prenda cura dell’altro con sollecitudine, affinché un’eccessiva disciplina o astinenza non autorizzata non vengano praticate abitualmente a pranzo (§ 11)”.

La distribuzione del vitto veniva fatta tenendo in conto non la qualità della persona, ma il suo stato fisico: ai convalescenti e ai malati veniva distribuito un vitto speciale che comprendeva la carne, anche quella dei quadrupedi che nella regola originaria era proibita ai monaci.

Per quanto concerne la “longevità” templare, se pure una corretta alimentazione è molto importante per lo stato di salute psicofisica -“mens sana in corpore sano” ribadiscono gli antichi- sarebbe improprio concludere che questa sia l’effetto esclusivo di un corretto “codice alimentare”. Indubbiamente vi è molto di più e ciò legato alle leggi dello Spirito, ma quest’ambito esula dalle nostre competenze.


La dieta dei Templari: ecco perché vivevano 30 anni più degli altri
Il regime alimentare era un obbligo per i cavalieri del Basso Medioevo. Alcuni vissero fino a 70 anni. Pesce e legumi alla base dei loro pasti. La carne non più di tre volte alla settimana.

Di Stefano Massarelli

In un’epoca storica come il Basso Medioevo in cui l’aspettativa di vita oscillava tra i 25 e i 40 anni, i rappresentanti dell’ordine dei cavalieri Templari raggiungevano di frequente il doppio dell’età e non di rado superavano i 70 anni. Ne è un esempio Jacques de Molay, l’ultimo Maestro dell’ordine, il quale spirò alla veneranda età di 71 anni condannato al rogo, quindi non per cause naturali.  È quanto emerge dai documenti storici relativi all’epoca compresa tra l’XI e il XIV secolo, che portano a immaginare i Templari come gli ultracentenari di quel tempo. «È evidente che c’era una peculiarità nel loro stile di vita che li portava a vivere più a lungo degli altri, riconducibile in primo luogo alla loro alimentazione», sottolinea Francesco Franceschi, direttore del reparto di medicina d’urgenza al Policlinico Gemelli di Roma, che ha firmato una ricerca dal titolo «The diet of Templar Knights: Their secret to longevity?», da poco apparsa sulla rivista scientifica internazionale Digestive and Liver Disease.  

PESCE E MOLTI LEGUMI  
«I rappresentanti dell’ordine dei Templari – spiega Franceschi – seguivano uno stile di vita sancito dalla “regola templare latina”, che includeva capitoli riguardanti l’alimentazione e l’igiene a tavola. Riguardo all’alimentazione – prosegue il professore – una regola vietava loro di mangiare carne per più di tre volte alla settimana. Questa era sostituita con pesce, verdure e soprattutto legumi, che rappresentano i più potenti prebiotici presenti in natura e il nutrimento ottimale dei batteri buoni che compongono la flora intestinale», avverte il professore. Rispetto all’alimentazione classica del tempo, prevalentemente a base di carne (specialmente per le classi agiate), i Templari prediligevano quindi un modo di mangiare a ridotto contenuto di grassi, che allontanava il rischio di tumori del tratto digestivo e di sindrome metabolica, che da sempre costituisce un terreno fertile per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, diabete e tumori. 

IGIENE E QUALITÀ IN TAVOLA  
Anche l’igiene in tavola aveva la sua importanza. I rappresentanti dell’Ordine dei Templari nutrivano infatti attenzioni particolari alla pulizia e alla qualità degli alimenti: mangiavano solo in refettori curati e su tovaglie pulite, avevano l’obbligo di lavarsi le mani prima di mangiare e vietavano a chi faceva lavori manuali – ad esempio ai maniscalchi o ai contadini – di servire il cibo in tavola, in modo da mantenere la giusta igiene durante i pasti. Il cibo consumato era inoltre sottoposto a stretti controlli che interessavano tutta la filiera, così che venivano portati in tavola alimenti di buona qualità e privi di potenziali rischi di trasmissione di malattie virali o parassitarie. Inoltre, sottolinea Franceschi: «I Templari furono i precursori della piscicoltura e quindi allevavano il pesce che mangiavano. In più era vietato loro il consumo di cacciagione, mentre la carne e altri prodotti che mangiavano provenivano esclusivamente dall’Europa e quindi erano più sicuri e di qualità». 


ALCOL «DILUITO»  
Dai documenti storici traspare che anche il loro modo di bere era migliore. In sostituzione al vino classico, ad esempio, gli appartenenti all’ordine preferivano il vino di palma a cui veniva aggiunta polpa di canapa e aloe vera. «Questo tipo di vino, presente specialmente in Terra Santa, è caratterizzato da un basso grado alcolico e oggi sappiamo che il basso contenuto di alcol ha una proprietà antiaggregante piastrinica del tutto simile a quella della cardio-aspirina. Lo stesso vino di palma serviva poi a liberare l’acqua da parassiti e agenti patogeni» spiega Franceschi.  L’acqua inoltre era spesso insaporita con agrumi, che oltre a disinfettarla fornivano vitamina C e licopene, elementi utili sul piano metabolico e nella prevenzione di numerose patologie. «In conclusione – afferma Franceschi – la dieta e le abitudini di vita potrebbero essere la spiegazione per la straordinaria longevità dei Templari: se questo è il caso, il motto “imparare dal passato” non è mai stato così appropriato». 

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