venerdì 6 novembre 2015

TRADIZIONE E CIBO - LA CUCINA DEI "MORTI"

Nell’immaginario collettivo arcaico i legumi, così come i semi, erano connessi al mondo dell’Oltretomba. Ancora oggi, in alcune plaghe rurali, fave e ceci sono il classico cibo del giorno dei morti. I rari ceci neri sono i protagonisti della cisrà monferrina, come dello zimino savonese. In Irpinia, il 2 novembre, le famiglie benestanti erano solite distribuire una zuppa di ceci bolliti ai meno abbienti. “Ceci cotti per l’anima dei morti” era la triste litania che frotte di poveretti, armati di cucchiai e scodelle, intonavano dinanzi alle case dei signorotti.
A Venezia, i monaci dei conventi erano soliti preparare una zuppa di fave da distribuire ai poveri nei primi giorni di novembre. Anche nel modenese, la “limòsna de i mort” per antonomasia erano le fave bollite. E ciò perché questo legume, dall’Egitto alla Grecia, da Roma all’India, fino al lontano Perù, era protagonista di antichissimi riti funerari. Per Aristotele, ma anche per i neo-platonici, le fave erano veicolo delle anime dei morti. Secondo i Pitagorici, questo legume, grazie allo stelo privo di nodi, era considerato un mezzo di comunicazione privilegiato con l’Oltretomba. Mentre in tutto il nord-est, la cosiddetta “minestra dei morti” consisteva in una zuppa di fagioli ben cotti, conditi con del grasso di maiale. Nel piacentino il cibo dei morti per antonomasia erano le castagne. Pelate e bollite con semi di finocchio costituivano la classica cena dei defunti.

L’offerta di cibo va fatta risalire alla credenza seconda la quale, nel giorno della loro festa, i defunti ritornerebbero tra i vivi per condividerne la mensa. In tutte queste usanze si individua chiaramente l’eco di quei banchetti funebri, i cosiddetti “refrigeria” (rappresentatzione nell'immagine sopra), che gli antichi romani consumavano intorno alle tombe dei propri “manes”, ma anche del “mnemosìno”, la merenda funebre che, ancora oggi, si consuma durante il funerale greco-ortodosso.
Questa abitudine di consumare nel giorno della commemorazione dei defunti, minestre a base di legumi e dolci semplici i cui ingredienti principali sono frutta secca, canditi e cioccolato, la riproporremo con due ricette, la minestra di ceci con stinco, coda e guanciale di vitello e la torta di pane con zenzero e cioccolato al profumo di tè al cardamomo. Sono due cibi che rispettano questa usanza seppure possono essere anche considerate come “variazioni sul tema”; crediamo tuttavia che i colori, gli aromi e i sapori che potrete apprezzare con la realizzazione di questi cibi siano perfettamente in linea con la stagione in cui questa festa ricorre.

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