mercoledì 11 marzo 2020

Covid-19 e alimenti: quali pericoli e quali precauzioni

Le primitive informazioni hanno attribuito la diffusione del nuovo coronavirus (Covid-19) in Cina a un mercato dove si vendevano animali vivi da macellare e utilizzare poi come alimenti. I media hanno poi dato risalto all’importatore greco che ha richiesto una certificazione “corona virus free” per il grana padano e anche all’idiota “bravata” di una emittente televisiva francese che ha diffuso l’immagine di un pizzaiolo italiano che starnutiva sulla pizza prima di infornarla. Queste notizie hanno contribuito a diffondere la paura che l’infezione si possa trasmettere anche attraverso gli alimenti per cui alcune persone hanno chiesto dei chiarimenti.

Si tratta di una paura infondata e vediamo il perché.

Nell’ambiente in cui viviamo, e quindi anche negli alimenti, sono presenti  molti virus. Essi sono in grado di mantenere la loro vitalità da poche ore a qualche giorno in funzione delle condizioni in cui si trovano. Resistono bene alle basse temperature e meglio nel congelatore rispetto al frigorifero. Quando però la temperatura si alza, tendono a perdere la loro vitalità; nel periodo estivo, quando la temperatura è intorno ai 30 ° C , la loro capacità di resistere si riduce a poche ore.
Una regola comune a tutti i virus è che possono “replicarsi” soltanto se vengono a trovarsi all’interno di cellule viventi.
Non tutti i virus provocano delle malattie, ma sono specializzati per specie animale e per tessuti o organi che colpiscono. Ad esempio, l’afta epizootica colpisce i bovini e i suini, la lingua blu i ruminanti, la peste suina i maiali. I virus influenzali, i coronavirus, il virus “Ebola”, l’HIV e altri invece possono colpire anche l’uomo.
Altro aspetto molto importante è che i diversi virus “prediligono” le cellule di specifici tessuti e quando li invadono provocano la malattia. Il virus che provoca la rabbia si sviluppa nel tessuto nervoso, quello dell’epatite nell’apparato intestinale ed epatico, il Covid-19 nel tessuto polmonare.

Virus che provocano malattie alimentari.

Entrando nello specifico delle malattie virali alimentari, destano maggiori preoccupazioni quelle provocate dal virus dell’epatite, quelle provocate dai “rotavirus” e quelle sostenute dai norovirus. Si tratta di malattie che si contraggono per via oro-fecale, ovvero consumando alimenti già infetti, oppure non rispettando adeguatamente le misure igieniche quali la pulizia in cucine e l’igiene personale come, ad esempio, non lavandosi bene dopo essere stati al bagno.
Le manifestazioni più frequenti sono vomito, diarrea e febbre e generalmente decorrono in modo benigno e si guarisce in pochi giorni; se però a essere colpiti sono delle persone in non buone condizioni di salute si possono avere conseguenze serie.
Il virus dell’epatite purtroppo può comportare conseguenze più serie con danni epatici.
Queste malattie non sono rare. Di recente si sono verificati un centinaio di focolai con oltre mille persone ammalate causati dal consumo di ostriche crude francesi contaminate da norovirus.

Perché il Covid-19 non si può contrarre con gli alimenti.

Il Covid-19 penetra attraverso le vie aeree e raggiunge i polmoni che possono “infettarsi” e dare origine a polmoniti anche gravi. La via di trasmissione, come peraltro ampiamente riportato dai media e spiegato dal Ministero della Salute, è quella “inalatoria” attraverso l’aria contaminata con l’aerosol provocato dagli starnuti delle persone infette. Altra via indiretta è quella delle mani su cui possono depositarsi le minuscole goccioline provocate dagli starnuti e che si possono trasferire con una stretta di mano. Portando alla bocca o al naso le mani “contaminate”, si può “assorbire” il virus e farlo arrivare nelle vie aeree.
I cibi che noi acquistano, sia freschi sia trasformati, non possono contenere il Covid-19, perché dal momento della raccolta o della trasformazione passano diversi giorni e il virus eventualmente presente morirebbe.
I francesi ci hanno fatto vedere il pizzaiolo che inforna la pizza dopo averci starnutito sopra. Il calore del forno ucciderebbe all’istante il virus. Anche starnutisse sulla pizza fumante appena sfornata, l’eventuale virus non avrebbe scampo. 

Che cosa fare?

Ricordiamo che la cottura distrugge tutti i parassiti, i batteri e i virus (incluso il Covid-19) eventualmente presenti negli alimenti. I cibi crudi (frutta e verdura in particolare) si potrebbero contaminare soltanto attraverso gli starnuti delle persone infette; è però sufficiente un normale lavaggio con acqua per eliminare gli eventuali virus presenti.
Anche se non ci sono pericoli di ammalarsi di Covid-19 attraverso gli alimenti, volendo essere estremamente prudenti, il consiglio, peraltro pleonastico, è quello di evitare che le persone infette starnutiscano sul cibo prima di mangiarlo e/o farcelo mangiare.
Insomma attenti agli starnuti.
Infine, considerando che i francesi hanno tirato in ballo la nostra pizza, rendiamo pan per focaccia ricordando che mangiando le loro ostriche crude esiste il rischio di infettarsi da norovirus per cui è opportuno evitarle.

 Fonte: https://www.sicurezzalimentare.it/

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