Il nome deriverebbe dal termine
tardo-latino "rubeolus" riferito alla colorazione rosata rossastra
assunta dalla superficie dei formaggi con l'avanzare della stagionatura; il
toponimo è legato a Roccaverano, un comune in provincia di Asti, ma l'area di
produzione della robiola comprende il territorio a cavallo fra le province di
Asti e di Alessandria nella parte orientale delle Langhe.
È un formaggio fresco piuttosto grasso a pasta cruda e bianca senza crosta;. Dalla pasta morbida della robiola di Roccaverano si sprigionano gli aromi intensi dei prati dell’Alta Langa (con note di trifoglio montano, carota selvatica, salvia, lavanda, ruta, timo, rosa selvatica), dove tra marzo e novembre pascola il bestiame che produce la deliziosa formaggetta.
Unico
caprino storico d’Italia (l’origine si fa risalire ai Celti), realizzata da
piccoli casari astigiani come vuole l’usanza ormai datata da tempo, solo con
latte crudo di capra.
[Immagini: la robiola, l'ambiente di pascolo e produzione; capra della razza di Roccaverano]
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