sabato 1 luglio 2017

TRADIZIONE E CIBO - LAVANDA


La lavanda, conosciuta anche come spighetta di San Giovanni è una delle erbe che non possono mancare nella preparazione dell'acqua di San Giovanni. Alla viglia della festa del santo a Roma si vendeva a mazzetti sulla pazza antistante la basilica Di San Giovanni in Laterano.


Il nome latino recepito nella nostra lingua è il gerundio di lavare perché il fiore veniva usato per profumare l'acqua per lavarsi. Il suo profumo lieve e il delicato colore dei fiori irradiano serenità e freschezza e sono assurti a simbolo della Virtù e della Purezza dell'anima, evocando così il Battesimo.
La sua spiga è considerato un amuleto che protegge da disgrazie, ossessioni e demoni ed è anche un talismano che propizia, si dice, prosperità e fecondità.
In Valdinievole (Toscana) la si usava per combattere il malocchio gettato sui bambini. Un professore del luogo così scriveva a De Gubernatis: 
"L'erba lavandaia è buona a mandar via la malia a' figlioli. Se ne piglia una bella brancata, si mette nel pajolo a bollire e po si rovescia nel catino.Se l'acqua vien torba quando si lava il bimbo, allora resta disammaliato, ma se l'acqua schiarisse, la maglia regnerebbe sempre".
La lavanda è l'essenza astrale del segno dell'Ariete: tende ad addolcirne il carattere impulsivo e irruente e quindi ad allontanare i contrasti e con essi i pericoli.

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