Percorso cambiato, “al
volo”. E cosi il navigatore va in affanno: “ricalcolo il
percorso...”; dalle rilassanti e per essere a luglio, leggermente fredde e nebbiose montagne della Valle Seriana, ci troviamo al caldo, nel traffico
ordinato, ma intenso di Bergamo con meta improvvisata alla Città
Alta.
Parcheggio sotto le mura
vecchie da cui si apre una panoramica sulla Bergamo bassa, più
moderna.
Saliamo con le scalinate
lasciando dietro le spalle le mura venete, da poco annoverate nel
patrimonio mondiale del UNESCO perché sono fra le poche, in buono
stato di conservazione, che circondano ancora completamente un
centro storico.
Si percepisce una certa
calma e serenità nell'aria. Ci si sente avvolti da un'atmosfera
particolare, poca gente, poco asfalto, poco cemento, ma tante pietre
millenarie, affreschi, scritte...Continuiamo a salire e confluiamo
gradualmente nelle correnti principali delle comitive turistiche.
Ci lasciamo affascinare e come tanti “collegni visitatori”, cominciamo a scattare: click, Piazza vecchia con la fontana Contarini; click, Palazzo della Ragione. E inaspettata per noi l'apparsa della punta prepotente del Campanone (la Torre civica), click, click.
Ammiriamo la facciata della Capella Colleoni e le sue finezze che col la luce del tramonto diventano ancora più rosa.
Rimaniamo magnetizzati
dagli interni della basilica di Santa Maria Maggiore, con i suoi
affreschi e arazzi; scopriamo che ospita la tomba del musicista
Gaetano Donizetti che qui fu per anni maestro di cappella.
Questa città come
un'isola incantata ci ha rapiti e non ci siamo neppure accorti che
sono passate quasi tre ore e il diktat del tassametro del posteggio
che ci richiama ha ripreso a esercitare il suo potere. Tuttavia ci
siamo permessi una fetta di pizza accompagnata dal un sorriso
gentile della commessa.
Accelerando l'andatura
verso l'auto, buttiamo ancora un paio di occhiate dietro: siamo
veramente affascinati da questo luogo particolare con le pietre
tiepide di mille tramonti a fare da sfondo a teneri oleandri.
Quest'aria unica e riposante accresce il rammarico che tutto avviene
sempre troppo in fretta, ma portiamo anche con noi il bel ricordo e
come sempre la consapevolezza di essere fortunati e l'auspicio di
un'altra visita alla Berghem de hura.
E per rispettare la
nostra “regola” della “ricerca della ricetta perfetta”,
amanti come siamo delle cose buone, ci viene voglia di conoscere la
città “al palato”. Ricordiamo che il piatto più famoso è
“polenta e osei”, ma vista la data e il caldo di questi giorni,
per ora ci accontentiamo di una gradevolissima formaggella,
acquistata nella bottega adiacente la Piazza.
Arrivederci, Bergamo de hura!
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