Purificami con issopo e sarò mondo;
lavami e sarò più bianco della neve.
Salmo 50,9
["Asperges me" dovrebbe
esser recitata all'inizio di ogni Messa, salvo nel periodo che va da Pasqua a
Pentecoste, durante l'aspersione con acqua benedetta dei fedeli da parte del
sacerdote celebrante]
Nell’Antico
testamento l’issopo è sempre associato a riti di purificazione e protezione.
Mosè (Esodo XI, 21-27) prescrive: “Andate a procurarvi un capo di
bestiame minuto per ogni vostra famiglia e immolate la pasqua. Prenderete un
fascio di issòpo, lo intingerete nel sangue che sarà nel catino e spruzzerete
l'architrave e gli stipiti con il sangue del catino … Quando i
vostri figli vi chiederanno: Che significa questo atto di culto? Voi direte
loro: E' il sacrificio della pasqua per il Signore, il quale è passato oltre le
case degli Israeliti in Egitto, quando colpì l'Egitto e salvò le nostre case”.Veniva
inoltre prescritto per la purificazione dei lebbrosi e degli immondi, delle
case e nel sacrificio della giovenca rossa: “Il sacerdote prenderà legno di
cedro, issòpo colore scarlatto e getterà tutto nel fuoco che consuma la
giovenca” (Numeri XIX, 6).
Nel
Nuovo testamento figura sul Calvario a sostenere la spugna imbevuta d’aceto che
viene porta a Cristo prima della morte (Giov. XIX, 28-30) e questo ha conferito il carattere della sacralità a quest'erba. "Ecco come due umili vegetali entrano storicamente, al momento più tragico, nella futura emblematica del sacrificio divino: la spugna, proveniente dal fondo delle acque marine che purificano tutte le cose che serve alle quotidiane pulizie della vita corrente, e l'issopo che la legge mosaica utilizza nei riti di purificazione... la spugna e l'issopo furono così i due ultimi oggetti che toccarono, mentre viveva ancora, il Purificatore supremo" (L. Charbonneau-lassay, Il giardino del Cristo ferito).
In Sicilia il 25 aprile, giorno di san Marco, dopo la benedizione dei campi le donne raccoglievano issopo che portavano nelle loro case e che aveva la proprietà di allontanare il malocchio e ogni altra influenza negativa.
In Sicilia il 25 aprile, giorno di san Marco, dopo la benedizione dei campi le donne raccoglievano issopo che portavano nelle loro case e che aveva la proprietà di allontanare il malocchio e ogni altra influenza negativa.
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