Questa ce la siamo persa! Pazienza; comunque segnaliamo ugualmente l'evento che potrebbe richiamare l'interesse di quanti amano i sapori genuini e il paesaggio bucolico, per una piacevole gita estiva.
Questa ce la siamo persa! Pazienza; comunque segnaliamo ugualmente l'evento che potrebbe richiamare l'interesse di quanti amano i sapori genuini e il paesaggio bucolico, per una piacevole gita estiva.
Con l’arrivo dell’estate aumenta in tutti noi il desiderio di refrigerio che viene soddisfatto anche con il consumo di alimenti e bevande fresche o addirittura ghiacciate. Sappiamo bene che in questo modo andiamo incontro a un piacere effimero che ci spinge a fare il bis di quello che assumiamo.
Mentre fare il bis di acqua fresca è raccomandabile, è invece sconsigliabile l’uso eccessivo di bevande alcoliche, analcoliche più o meno zuccherate, gelati e anche di bicchieroni pieni di ghiaccio nelle varie forme cui sono aggiunti sciroppi, bevande alcoliche, pezzi di frutta, ecc. per fare degli “aperitivi” che non sempre sono il massimo della salubrità.
Una ricetta per la vita serena? Mi piacerebbe darvela, ma oggi vi racconto come preparare il “Tronchetto di Natale”, un dolce simbolo del pezzo di legno che serve per scaldare un bimbo. Guardatelo dormire nella culla e rasserenatevi. Vedi la preparazione.
Ecco le mie "bocce" per decorare l'albero di Natale e rallegrare la tavola di questi giorni di festa. A Natale ci si scopre tutti bambini!
Quando eravamo semplici, e non raggrinziti dalle comodità, la fede dava coraggio e riempiva di poesia le piccole cose. Così nella notte di Natale, al termine della messa la gente accendeva sulle piazze un falò per scaldare il bambino appena nato e si distribuiva il vin brulé e lo zabaglione per accompagnare piccoli dolcetti come amaretti e frutta secca. Per le idee dell'Avvento, Emma propone questo ricordo e la ricetta che ha sentito qualche anno addietro dalla sua cara nonna Nuccia. Vedi la preparazione.
Questa ricetta, che qui presentiamo in versione "light" con una salamella di tacchino e pollo, costituisce la base per la mitica casoeûla milanese e siccome siamo alla vigilia di Sant'Ambrogio... apriamo le danze e auguri a quella dinamica e accogliente città!
Proseguono le idee di Emma per allietare i giorni dell'Avvento. Ecco degli alberelli per merenda, aperitivo ed altre occasioni. Vedi la preparazione.
Una bella cioccolata calda! Cosa ci può essere di meglio, quando guardi dalla finestra e vedi una coltre di neve che ammanta tutto? Vedi la preparazione
Utilizziamo prodotti stagionali? Ogni stagione ci fornisce gli elementi di cui abbiamo bisogno in quel particolare periodo. Il colore è intenso, il sapore è leggermente amaro, l'odore è speziato: il meglio che possiamo fare è obbedire a questa Legge perfetta. Vivere seguendo i ritmi della natura ci permette di avvicinarci all'armonia stessa che tanto ci ispira.
Nella nostra gastronomia, i ceci sono particolarmente legati alla gastronomia ligure e toscana, con piatti come la panissa, la farinata e la cecina, anche in Piemonte sono molto usati in autunno per la cisrò. Si narra che dopo la battaglia della Meloria (1284), in cui la flotta pisana venne sbaragliata da quella genovese, alcuni prigionieri toscani vennero richiusi nelle stive senza acqua né cibo. Ma, tra le masserizie, i Pisani trovarono alcuni sacchi di ceci secchi, di cui riuscirono a cibarsi bagnandoli con l’acqua marina: fu così che i marinari si salvarono. E nacque la cecina, detta anche “l’oro di Pisa”.
Mi ricordo molto bene l’odore di questa minestra che si diffondeva dalla cucina della casa di campagna dove allora abitavano i miei suoceri. L’odore e questa minestra per la verità non hanno niente di particolare, anzi, è una minestra povera, rustica che in Piemonte “insistono” a preparare prevalentemente nel periodo “dei morti”. È di cottura lenta e lunga come le notti di novembre; è appetitosa e riscalda e sicuramente poteva essere necessaria per avere un piacevole ristoro negli umidi e freddi anni del passato, quando la stufa della cucina provvedeva a tutta la casa. Negli odierni giorni novembrini, forse abbiamo bisogno piuttosto di un calore che ci scaldasse l’anima o rinfrancasse l’umore. Questa umile minestra a me dà anche questo, facendo riaffiorare i ricordi dei cari che non sono più qui con me, i cari che mi regalavano il senso rassicurante della protezione famigliare degli anziani. Proprio quello di cui ho bisogno in questi giorni, quando dalla finestra scorgo solo una nebbia ceca. Mia suocera cuoceva delle quantità esagerate di cisrò che poi mangiavamo per 3/4 giorni: è l’uso antico! Potete sostituire la carne di maiale con altri tipi: vitello, manzo, anche l’agnello – viene ugualmente buona. E se volete avere una cisrò più gustosa, d’altri tempi, aggiungete anche qualche pezzo di testina, un orecchio e il codino del maiale.
Un'ottima ricetta dove si intersecano molte delle nostre necessità: smaltire il pane raffermo dell'altro ieri; con un leggero movimento della mano, impastare quasi tutti gli ingredienti senza trucchi; mangiare verdure (pomodori), che significa salute. Tutto ciò risulta gustoso e versatile - per cena con un'insalata fresca o per pranzo al lavoro, o a fine giornata con un aperitivo, se non proprio ore, almeno un momento di appagante felicità.