mercoledì 7 luglio 2021

Grattachecca, granita, ghiaccio tritato

 

Con l’arrivo dell’estate aumenta in tutti noi il desiderio di refrigerio che viene soddisfatto anche con il consumo di alimenti e bevande fresche o addirittura ghiacciate. Sappiamo bene che in questo modo andiamo incontro a un piacere effimero che ci spinge a fare il bis di quello che assumiamo.

Mentre fare il  bis di acqua fresca è raccomandabile, è invece sconsigliabile l’uso eccessivo  di bevande alcoliche, analcoliche più o meno zuccherate, gelati e anche di bicchieroni pieni di ghiaccio nelle varie forme cui sono aggiunti sciroppi, bevande alcoliche, pezzi di frutta, ecc. per fare degli “aperitivi” che non sempre sono il massimo della salubrità.

Mentre i gelati sono degli alimenti con un buon valore nutrizionale per la presenza di carboidrati, grassi e proteine, gli altri, che hanno come “supporto” il ghiaccio in cui sono versate soluzioni zuccherine più o meno colorate o aromatizzate, si possono considerare come alimenti complementari.

Parliamo delle “grattachecche”, del ghiaccio tritato e delle granatine.

Anche se sono degli alimenti piuttosto moderni e correlati all’invenzione delle macchine che producono ghiaccio, hanno una origine molto antica perché derivano dalla utilizzazione della neve che si utilizzava tal quale nel periodo invernale, oppure conservata nelle “neviere” e consumata nei mesi successivi.

La “grattachecca” è la più vicina alla neve. Essa si ottiene raschiando la superficie di una colonnina di ghiaccio con un semplice strumento che consente di raccoglierlo in forma soffice che assomiglia alla neve.

Il ghiaccio in cubetti o grossolanamente spezzato può essere frantumato con i tritaghiaccio in modo da formare un “tritato”.

Esistono poi delle macchine che forniscono direttamente  il ghiaccio tritato.

Il ghiaccio nelle diverse forme viene messo in bicchieri in cui sono versati sciroppi o succhi di frutta  per ottenere il prodotto da consumare.

Ci sono poi le granatine che si ottengono con macchine refrigeranti che riducono una soluzione di acqua sciroppata in un alimento granuloso ghiacciato. Queste ultime derivano, e magari sono una brutta copia, delle granite siciliane la cui origine è secolare. Le granite si ottenevano partendo dalla  neve che veniva mescolate con sciroppi o polpa di mandorle, gelsi, agrumi ecc.  Attualmente esistono tecniche che consentono di ottenere prodotti di ottima qualità e gradevolezza anche senza poter disporre della neve.

Ricordiamo infine l’utilizzazione dei cubetti di ghiaccio per rinfrescare varie bevande alcoliche o analcoliche. I cubetti di ghiaccio diluiscono le bevande; per chi volesse berle “concentrate” sono disponibili dei cubetti o palline di materiali non commestibili che vengono fatti raffreddare nel “freezer” e aggiunti alle bevande che si raffreddano senza ovviamente diluirsi.

Quali effetti per il nostro organismo.

Il beneficio principale è il senso di freschezza che smorza la sete e anche il piacere di assumere qualcosa di molto gradevole. Ovviamente assumiamo anche l’acqua di cui abbiamo assolutamente bisogno. La capacità dissetante delle varie miscele è però inferiore a quella della semplice acqua fresca. Inoltre la presenza di zucchero e di altre sostanze è un potente stimolo a consumarne altre porzioni. Il problema è che oltre al benefico effetto di bere in abbondanza c’è quello di assumere zuccheri e vari additivi alimentari.

Secondo la Farmacopea Italiana la concentrazione prescritta per lo sciroppo semplice è del 66,5% (saccarosio 665 g, acqua depurata 335 g). Negli sciroppi commerciali la concentrazione dello zucchero rimane dello stesso ordine di grandezza, ma ci sono anche vari additivi alimentari come coloranti, aromatizzanti, addensanti e anche edulcoranti, Le varie sostanze aggiunte hanno lo scopo di rendere maggiormente gradevoli gli sciroppi e comunque la loro concentrazione rientra nei limiti di sicurezza imposti dalla normativa vigente.

Ovviamente il valore calorico degli sciroppi è molto elevato e quindi è bene non eccedere nei consumi.

Ricordiamo anche gli “aperitivi” in cui è spesso presente anche l’alcol. Generalmente la bevanda è diluita e sembrerebbe essere leggera, ma in realtà i volumi sono elevati e quindi alla fine si possono assumere quantità importanti di zucchero e alcol.

Per garantire l’assenza di rischi microbiologici nella produzione del ghiaccio si deve utilizzare acqua priva di batteri o virus patogeni e questo è un requisito che le aziende debbono rispettare. E’ altrettanto importante il rispetto delle norme igieniche da chi lavora il ghiaccio. E’ quindi importante la pulizia delle mani e degli indumenti ed evitare di manipolare i soldi mentre si preparano le grattachecche. E’ bene quindi evitare di acquistare questi prodotti, ad esempio, da rivenditori improvvisati che grattano il ghiaccio su carrettini sulla spiaggia.

Il consumo di alimenti a base di ghiaccio è gradevole e gratificante. Si tratta soltanto di non eccedere e di rispettare delle semplici norme igieniche.

 

Fonte: www.sicurezzalimentare.it

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