Quanto sta accadendo col dilagare del virus covid-19, va ben oltre la legittima preoccupazione per la tutela della "salute pubblica". Sembra infatti che in balia di uno sconvolgente "état d'eprit", in primis coloro che dovrebbero avere i nervi saldi e una visione ampia e profonda in quanto tengono in mano le redini del Paese, non vedano oltre quello che accade drammaticamente nel presente. Ma quando ci sveglieremo da questo "letargo forzato" scopriremo che i problemi che dovremo affrontare saranno pari se non più gravi di quelli sanitari. Primo fra tutti quello dell'alimmentazione che senza una pianificazione adeguata sin da oggi, rischia di fare saltare il sistema produttivo e alimentare a cui siamo stati abituati dagli anni '50 sino ad oggi.
Coldiretti,
anche i parenti nei campi al lavoro contro la fame
(Teleborsa)
– Tempo di isolamento e di crisi, di conseguenza preoccupazione per i
rifornimenti alimentari, in primo luogo dei prodotti dell’agricoltura. Il Decreto Cura Italia, sottolinea
Coldiretti, per l’emergenza coronavirus prevede che le attività prestate dai
parenti e affini fino al sesto grado non costituiscono rapporto di lavoro, né
subordinato né autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo
gratuito. Quindi, se disponibili, lavoro anche per nonni, genitori, figli,
nipoti, suoceri, generi, nuore, fratelli, zii, cugini e altri congiunti. E’ un
ritorno al passato, a una prassi un tempo molto diffusa in agricoltura.