L'episodio riportato sotto fa parte del Mahā Aśvamedha Parvan del Mahābhārata, considerato come la continuazione della Bhagavad Gītā (Anu Gītā). Si basa sulla concezione dell'annamayakośa (involucro di Ātman fatto di cibo; il corpo dei cinque kośa della Taittirīya Upaniṣad). Dare cibo al popolo è il primo dovere rituale (svadharma) di uno kṣatriya (re, cavaliere o semplicemente, per estensione, governante).
Al termine della terribile
guerra descritta nel Mahābhārata, il grande poema indiano, Krishna,
avatara del dio Visnù (incarnazione divina del Dio), impartisce a Yudhisthira, vincitore e legittimo re, una serie di istruzioni relative al dharma del governante.
Si può indicare, come sintesi dei circa 1300 versi, questa invocazione:
Si può indicare, come sintesi dei circa 1300 versi, questa invocazione:
Dadasvānnam! Dadasvānnam! Dadasvānnam, Yudhisthira.
Ovvero: "Yudhisthira, dai cibo! dai cibo! dai cibo".
"Il cibo - prosegue Krishna - sostiene il mondo, animato e inanimato. La vita stessa sorge dal cibo. Colui che dona il cibo dona la vita e ogni altro bene. Per questo chiunque desideri il benessere in questa vita e oltre, dovrebbe in primo luogo preoccuparsi di assicurare il cibo a coloro che ne hanno bisogno".
Questo è il dharma primario di ogni governante, se non se ne tiene conto le conseguenze sono gravissime, prima di tutto per i governanti stessi.
Ovvero: "Yudhisthira, dai cibo! dai cibo! dai cibo".
"Il cibo - prosegue Krishna - sostiene il mondo, animato e inanimato. La vita stessa sorge dal cibo. Colui che dona il cibo dona la vita e ogni altro bene. Per questo chiunque desideri il benessere in questa vita e oltre, dovrebbe in primo luogo preoccuparsi di assicurare il cibo a coloro che ne hanno bisogno".
Questo è il dharma primario di ogni governante, se non se ne tiene conto le conseguenze sono gravissime, prima di tutto per i governanti stessi.
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