giovedì 17 settembre 2020

CAPPERO


Creavit Deus medicamenta de terra  
et vir prudens non abhorrebit ea.
[Siracide, 38:4] 


Il cappero, il cui nome scientifico è Capparis spinosa, è una pianta arbustiva rampicante diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. Cresce in luoghi aridi e sassosi e si trova facilmente sia lungo i litorali marini sia nell’entroterra. Ha foglie ovali e grandi, setose e commestibili, in bilico fra il sapido e l'acidulo, si usano come i capperi, ma sono anche molto buone in pastella. I fiori composti da quattro petali bianchi e decine di stami rosa, viola o porpora, sbocciano da maggio a ottobre, mentre la parte che effettivamente si può mangiare è costituita dai boccioli ancora chiusi, raccolti a mano, ad uno ad uno, fra maggio e settembre, e dai piccoli frutti, di forma allungata e fusiforme chiamati cucunci, staccati dalla pianta in estate; dopo la salamoia vengono conservati sott'olio. In Italia la coltivazione si concentra al Sud, in particolare in Sicilia e nelle sue isole, Pantelleria, Salina, Linosa. Appena colti sono quasi immangiabili, perché il sapore è amaro, piccante e acre. Messi sotto sale per venti giorni fermentano e sono poi pronti per essere lavorati e venduti. 
I capperi svolgono un’importante azione antiossidante, grazie alla presenza dei numerosi flavonoidi, con effetti naturalmente benefici sul metabolismo del colesterolo, poiché ne abbassano i livelli ematici, e con evidente azione antinfiammatoria e antitrombotica. Inoltre la quercetina dei capperi svolge un'azione di protezione delle articolazioni. 
I capperi sono di aiuto anche per chi soffre di iperglicemia o diabete, in quanto aiutano a ridurre i livelli di zuccheri nel sangue. Da ricordare, infine, che i boccioli freschi sono diuretici e indicati in caso di cellulite, couperose e acne rosacea.
Un’altra preziosa sostanza presente nei capperi, la rutina, risulta di sostegno per l’apparato micro circolatorio, utile per regolare il livello del colesterolo e per chi soffre di vene varicose ed emorroidi.
Castor Durante, fra i giovamenti dei capperi annovera la capacità di "eccitare l'appetito", quella di aprire le oppilazioni di fegato e milza e l'azione vermifuga; inoltre "chi usa i capperi non patirà risolution di nervi, né dolori di milza". Fra le controindicazioni, "apportano sete, sono inutili allo stomaco, quantunque eccitino l'appetito; conturbano il ventre, gonfiano, sono di poco nutrimento e son più medicina che cibo".

Rimedi: crudi si cuociono in acqua poi si mangiano con olio, aceto e uva passa. Quelli sotto sale si lavano e si lasciano per un po' in acqua poi si mangiano prima di cena con aceto di mele e olio.



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