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mercoledì 5 luglio 2017

TRADIZIONE E CIBO - ISSOPO




Purificami con issopo e sarò mondo;
lavami e sarò più bianco della neve.


Salmo 50,9

["Asperges me" dovrebbe esser recitata all'inizio di ogni Messa, salvo nel periodo che va da Pasqua a Pentecoste, durante l'aspersione con acqua benedetta dei fedeli da parte del sacerdote celebrante]


sabato 1 luglio 2017

TRADIZIONE E CIBO - LAVANDA


La lavanda, conosciuta anche come spighetta di San Giovanni è una delle erbe che non possono mancare nella preparazione dell'acqua di San Giovanni. Alla viglia della festa del santo a Roma si vendeva a mazzetti sulla pazza antistante la basilica Di San Giovanni in Laterano.

sabato 24 giugno 2017

TRADIZIONE E CIBO - ACQUA DI SAN GIOVANNI


Un nome universale come la Vita che anche per quanto riguarda la “storia sacra” trova riscontro in tutte le forme tradizionali ortodosse sotto varie vestigia. Per Ebraismo, Cristianesimo e Islam Giovanni è un Profeta e presenta sempre le stesse relazioni fondamentali con la Vita e l'acqua; figura eminente in questo mondo e nell'altro.

giovedì 15 giugno 2017

TRADIZIONE E CIBO - MALVA



La Malva è una pianta eliotropaica, ossia orienta i suoi fiori rosa-violetti sul corso del sole.

martedì 6 giugno 2017

TRADIZIONE E CIBO - SAMBUCO


Durante il Medioevo i germani chiamavano il sambuco Holunder, "albero di Holda", divinità del focolare raffigurata come una giovane donna dalle chiome d'oro fluenti che abitava nei sambuchi che si trovavano nei pressi delle acque di fiumi, laghi e fonti. Il rispetto per questa pianta è rimasto tale nella memoria popolare che i contadini tedeschi fino all'inizio del XX° secolo incontrando il sambuco si toglievano il cappello, non osavano sradicarlo e se volevano tagliarne un ramo per necessità terapeutiche lo facevano con molta devozione e rispetto.

venerdì 2 giugno 2017

TRADIZIONE E CIBO - TIGLIO

 
Pianta imponente che può vivere a lungo, anche fino a mille anni, cosicché è divenuto simbolo di Longevità. Il nome botanico, tilia cordata, deriva dal greco ptìlon, penna leggera, ala, per la caratteristica brattea laterale dei peduncoli dell'infiorescenza.

sabato 27 maggio 2017

TRADIZIONE E CIBO - CIPOLLA


È una delle piante più coltivate nell'area mediterranea fin dai tempi arcaici, tant'è vero che figura nelle pitture delle tombe dei faraoni. 

domenica 21 maggio 2017

TRADIZIONE E CIBO - CILIEGE


Nel museo regionale di Messina, si può ammirare il polittico di san Gregorio in cui Antonello da Messina raffigura Maria con in grembo il bambin Gersù che coglie dalla sua mano delle ciliege. 
Questo frutto prefigura il sangue di Cristo attraverso cui si può godere eternamente la gioia del Paradiso; gioia e pace continue di cui nel linguaggio popolare si trova un riscontro nel detto "una ciliegia tira l'altra".

martedì 16 maggio 2017

TRADIZIONE E CIBO - ORTICA



Ecco maggio, fa fiorì l'ortica,
se c'è bambini in casa Iddio li benedica
e ben venga maggio e maggio ll'è venuto.

L'ortica è una pianta solare che in tutte le tradizioni popolari ha un significato propizio. Un tempo nelle campagne di Novgorod, in Russia, i ragazzi durante la veglia di San Giovanni, notte solstiziale, saltavano sopra le ortiche come altrove sopra i fuochi. Nel Canavese, in Piemonte, i contadini sostenevano che portando dell'ortica su di sé ci si poteva preservare da ogni maleficio. In Tirolo, quando scoppi un temporale, si gettano delle ortiche nel focolare perché secondo una credenza diffusa in tutta l'Europa centrale, la folgore non colpirebbe mai queste piante.

sabato 13 maggio 2017

TRADIZIONE E CIBO - FRAGOLA



Le proprietà medicinali della pianta di Fragola e del suo frutto sono da accostare a quelle dell'Iperico, benché siano stae sempre tenute in minor considerazione.

mercoledì 10 maggio 2017

TRADIZIONE E CIBO - MENÚ DA RE

 
"Dunque quel giorno il re fece lui le spese e magiò con i frati. Quel giorno avemmo prima di tutto ciliege e pane bianchissimo: così pure era servito vino abbondante e speciale, fave fresche cotte nel latte e anguille abbrustolite con salsa ottima".

Dalla Cronaca di fra Salimbene.

lunedì 1 maggio 2017

TRADIZIONE E CIBO - ALBERO DI MAGGIO

Il "Maggio", secondo l'usanza di molte contrade dell'Europa medioevale, era un albero che veniva posto al centro del paese il 1° maggio, dopo aver "fatto pulizia" delle influenze nefaste nella notte precedente. Veniva adornato con fiori, nastri colorati, ghirlande e in cima una grande corona e la gente cantando vi danzava intorno. Questa usanza è sopravvissuta ancor oggi in alcuni borghi della Provenza dove in cima all'albero vengono posti dolciumi, uova e altri cibi e i giovani vi si arrampicano per impossessarsene. Questi alberi della cuccagna si possono trovare talora anche in qualche fiera e a voler rifletterci, indicano chiaramente come l'uomo medioevale che viveva in armonia con la creazione, a dispetto di tutto quello che la miopia odierna può immaginare, sapeva bene da dove proveniva il cibo e così lo ha raffigurato con questi alberi che simboleggiano l'Asse del mondo.

mercoledì 12 aprile 2017

TRADIZIONE E CIBO – CARNE E SACRIFICIO




Due sono le forme del Brahman nel suo aspetto di luce: una è quella pura, l'altra è quella destinata a crescere. Perciò bisogna sacrificare sull'altare con formule, erbe, burro fuso, carne, focacce, riso bollito e cose di questo genere e pure con i cibi e le bevande lasciate dal fuoco, bisogna sacrificare nella bocca per aumentare il vigore, per ottenere il mondo beato, per ottenere l'immortalità.

[MAITRAYANIYA UPANISAD II 16/17]

venerdì 24 marzo 2017

PANEER




НА РУССКОМ ЯЗЫКЕ НИЖЕ

Il samnyāsa, “rinuncia totale”, costituisce per gli indù l'ultimo stadio di vita tradizionale e secondo il Vedānta, “il fine dei Veda”, riveste un ruolo estremamente positivo in quanto libera l'essere dalla schiavitù delle false identificazioni conducendolo alla Conoscenza. Il breve passaggio riportato, tratto dal libro  Śankara e il Kevalādvaitavāda, di M. Piantelli, oltre a servirci per introdurre la ricetta del Paneer, evidenzia ancora una volta l'importanza dell'alimentazione nello sviluppo armonico dell'essere umano e delle sue facoltà; a ben pensare, leggendo fra le righe si possono trarre diversi spunti di riflessione oltre che convenire sulla bontà di questo cibo ancora oggi molto diffuso in India.

“Fra i suoi unici possessi (dell'asceta) figura la ciotola per ricevere le elemosine (kamandalu); la questua si svolge secondo strette norme: solo in questo caso il samnyāsin può entrare in un villaggio, il numero massimo di case presso cui può mendicare è fissato a sette ed il tempo per farlo è quello necessario a mungere una vacca. Il silenzio in occasione della questua può essere rotto per pronunciare la parola “bhavat”, epiteto rispettoso diretto alla persona da cui si mendica; si può ricevere solo riso (già cotto), dolci all'olio, pappa d' orzo, latte e cagliata; se non si riceve nulla non è lecito proseguire la questua, ma ci si dovrà accontentare d'acqua e radici, se se ne trovano. Uscito dal villaggio e ritornato nel luogo ove temporaneamente risiede, il samnyāsin deve deporre il cibo ricevuto in luogo puro, lavarsi mani e piedi e annunciare al sole quanto gli è stato dato. Prima di accostarsi al cibo -cosa che può fare solo all'ora quarta, sesta o ottava del giorno- è tenuto ad offrirne un poco agli animali e a spruzzarlo con acqua. Può consumarne solo otto boccate. Gli è interdetto danneggiare qualsiasi essere vivente i qualsiasi modo, sia pure cogliendo un fiore, e toccare qualsiasi metallo, prezioso o meno”.

venerdì 10 febbraio 2017

NATURA “FUNZIONALE” DEL CIBO



UNA RIFLESSIONE SULLA NATURA “FUNZIONALE” CIBO

(Tratto da: Ibn Tufayl, Hayy ibn Yaqzan, cap. Dai 35 ai 49 anni)

Vide che sarebbe stato nel giusto se avesse potuto tutto d'un tratto astenersi dal cibo. Ma non gli fu possibile, poiché vide che, se si fosse astenuto dal cibo, questo lo avrebbe portato alla corruzione del corpo, e questo avrebbe voluto dire ostacolare ancora di più il Creatore, poiché egli era più nobile di quelle altre cose la cui corruzione era causa della sua sopravvivenza. Cedette al minore dei mali, accondiscese alla più lieve delle due opposizioni: decise di prendere di queste specie, se fossero venute a mancare, quelle che gli fosse facile prendere, nella quantità che in seguito gli sarebbe apparsa essere quella giusta.

sabato 10 dicembre 2016

NATURA INDIVIDUALE E CIBO

I cibi che accrescono la vita, l'energia, la forza, la salute, la gioia e l'allegria, saporiti e oleosi, sostanziosi (ossia che possono conservarsi a lungo nel corpo) e gradevoli, sono graditi agli individui sattvici.

I cibi troppo amari, troppo salati, troppo caldi, troppo piccanti, troppo acidi e troppo brucianti, sono amati dagli ndividui rajasici, perché causano dolore, angoscia e malattia.

I cibi scotti (yātayāma), scipiti, putridi e andati a male, avanzati e impuri, sono graditi agli individui tamasici.

Bhagavadtgītā, diciassettesimo discorso,7/9


sabato 25 giugno 2016

NON DI SOLO PANE


NON DI SOLO PANE VIVRÁ L’UOMO, MA ANCHE DI OGNI PAROLA USCITA DALLA BOCCA DI DIO

Se la divinità lo vuole, desidera un nutrimento per essa,
allora tutto il cosmo diventa cibo.
Se la divinità lo vuole, desidera un nutrimento per noi,
ecco il pasto come essa lo vuole.
La sua volontà corrisponde al suo desiderio.
Dite dunque a proposito di questo che essa lo vuole:
essa è dunque ciò che è voluto.

martedì 14 giugno 2016

ALIMENTO

“Dall’alimento nascono le creature viventi che si trovano sulla terra. Dopo vivono ancora grazie al nutrimento e alla fine ad esso ritornano.
Per questo viene detto medicina universale.
E in verità, ottengono pienamente tutto, coloro i quali meditano sul cibo come sul Brahma. Infatti il nutrimento è il più antico degli esseri. Per questo viene detto medicina universale (sârva-osadha).
Le creature nascono dal nutrimento, gli esseri crescono grazie al nutrimento, esso è mangiato e mangia le creature, ed è perciò che lo si chiama nutrimento (anna)”.

Taittirîya Upanishad, Adhyâya II, Anuvâka 2

[Immagine: Era di Jahangir 1605 – 1627, L’albero della Vita]

giovedì 5 maggio 2016

TRADIZIONE E CIBO - LA DIETA DEI TEMPLARI



In un articolo interessante che compare sulla pagina web de La Stampa a firma Stefano Massarelli, si affronta un tema di grande attualità come quello delle proprietà del cibo, fornendo una testimonianza del passato, nello specifico esaminando le caratteristiche della dieta dell’Ordine del Tempio che suggerisce anche a noi dopo diversi secoli, un corretto ed equilibrato stile alimentare. Spesso si leggono libri e articoli che trattano argomenti di rilievo col “taglio” del gossip, assolvendo così la sola funzione di distogliere i lettori  dalla verità in un subdolo lavoro di dissacrazione. In questo caso invece la mancanza di orpelli e coloriture tipiche del pensiero moderno che sembra non possa fare a meno di creare suggestioni, rendono senza dubbio un buon servigio al genuino sapere. 

Forniamo comunque anche alcuni passaggi degli scritti di san Bernardo di Chiaravalle che della Regola templare fu l’estensore.




“Ora trattiamo brevemente dei costumi e della vita dei cavalieri di Cristo, affinché appaia chiaramente quanto differiscano fra loro la cavalleria di Dio e la cavalleria del secolo.
Innanzi tutto certamente non manca la disciplina, né l’obbedienza viene mai disprezzata: poiché secondo la testimonianza della Scrittura (Eccl. 22:3), “Il figlio disobbediente perirà”.
Nel vitto e nell’atteggiamento ci si astiene da ogni cosa superflua, si provvede alla pura necessità (Elogio della nuova cavalleria 4).

lunedì 2 maggio 2016

LENTICCHIE (RICETTA DELLA ROMANITÁ CLASSICA)




LENTICCHIE, per tutte le stagioni! Ricetta tratta da “De re coquinaria”, libro V, II (il più esteso libro di cucina scritto in latino, risalente al sec. I d.C.)