Tanto semplice ed economico quanto buono e soddisfacente. Il mio consiglio è di consumarlo dopo un paio di giorni dalla cottura in modo che divenga un po' raffermo e assuma una maggiore consistenza, ma guai a farlo seccare, mi raccomando !
domenica 26 novembre 2017
sabato 25 novembre 2017
TRADIZIONE E CIBO - IL RITO RUSSO DI BERE THÈ (I)
Il rito
tradizionale russo di bere il tè
di Marina
Komarova
(parte I)
Il tè è una tra
le bevande più popolari in Russia, ed il suo uso, con tutto ciò che ruota
intorno ad esso, lo fa collocare come un elemento caratteristico del costume
nazionale. Il tè ti riscalda durante le fredde serate invernali, ti rincuora
durante i ricevimenti estivi, fa radunare intorno alla tavola gli ospiti o i
membri della famiglia. È il pretesto per una conversazione informale, molto
intima. Molta gente in Russia inizia la sua giornata con una tazza di tè, o
magari due. Proseguendo, anche negli uffici più efficienti, incontrarsi con i
colleghi a prenderne una tazza è segno di pausa conviviale; la sera è la
bevanda che ti “riconcilia” con la vita. Con il tè, si termina qualsiasi pasto,
ma si può prendere anche separatamente, ad esempio con i dolci: l’ingrediente
importante, comunque, è trovarsi in buona compagnia, berlo senza fretta,
insomma, goderselo. Nel mondo moderno, purtroppo, questi momenti sono sempre
più rari, ma la cultura del consumo, gli oggetti necessari per questo rito ed i
costumi si conservano tutt’oggi.
Lo spunto per
scrivere del tè mi è venuto ricordando un fatto. Un giorno stavo prendendo un
tè con una cara amica di Firenze, a casa mia, a Mosca. Per farlo raffreddare,
ho versato il liquido dalla tazza al piattino a bordo alto, “alla borghesina”,
come si faceva una volta. “Cosa ti è successo!? – esclamò stupita
l’amica – hai rovesciato il tè? Aspetta, ti do una salvietta!”. Questo
piccolo fatto è stato lo spunto per far conoscere alla mia amica (e a tanti
altri amici italiani) le usanze del “prendere il tè alla russa”. Ma proseguiamo
per gradi.
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PRENDER LA VIA - ACQUI&SAPORI
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giovedì 23 novembre 2017
BÔNÈT
Il bônèt, se volessimo
semplificare, potremmo dire che è un budino; in realtà è molto di più… infatti
è ricco di ingredienti pregiati: latte, uova, cacao, zucchero, amaretti, in
alcuni casi inzuppati nel vino aromatico liquoroso (marsala o moscato), in altri
nel caffè. Le sue origini si perdono nel tempo all’epoca del focolare e
probabilmente deve il suo nome allo
stampo di rame in cui veniva cotto a bagnomaria nel forno della stufa che
scherzosamente, data la sua forma simile a un berretto era chiamato appunto
“cappello da cucina”. In Piemonte di cui è originario, è uno dei “dolci modi”
con cui suggellare un convivio e separarsi in allegria.
Purtroppo non
disponiamo più del bônèt della nonna Giuseppina, sia lo stampo di rame che la
ricetta precisa, ne abbiamo usato quindi uno da plumcake e siamo andate a memoria, par cœur, perché certe cose e
cucinare è una di quelle, devono passare proprio dal cuore per riuscire bene.
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lunedì 20 novembre 2017
HAMBURGER
Ieri i bambini, ma devo cominciare a prendere in considerazione di chiamarli ragazzi, erano euforici perché ai fornelli si sono messi loro. E cosa di più desiderabile che prepararsi un bell'hamburger su misura? Tale per cui non rimani nella voglia e i sapori sono espressione dei tuoi gusti? Così via, cuochi mettetevi il grembiule; ed io per una volta mi son trovata il pranzo fatto: grazie Giovi e Emma, "servizio" completo, compresa la foto!
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giovedì 16 novembre 2017
BISCOTTI D'AVENA
Una colazione da
campioni, ma è solo un biscotto! I protagonisti sono i fiocchi
d'avena, il prodotto di punta nei paesi nordici, infatti la ricetta
-semplicissima- arriva da un libretto sovietico di pasticceria
casalinga dei primi anni '90. L'avena, tanto buona quanto salutare,
è adatta comunque a tutti i climi, anche a quelli di paesi più a
sud!
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lunedì 13 novembre 2017
INSALATA DI TRIPPA
La trippa è un cibo che non conosce le vie di mezzo: o piace davvero, allora ci si sbizzarrisce nei modi in cui cucinarla; oppure, nel caso contrario la si evita "garbatamente". L'invito comunque è di provarla perché i pregi superano di gran lunga i difetti: molto basso il contenuto di grassi, ricca di proteine, ad alto valore biologico, buone quantità di sali e di ferro; e perché no, economica, appetitosa.
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giovedì 9 novembre 2017
TORTA RIPIENA DI MELE
Stiamo “plagiando”!
Infatti questa ricetta è una variante della classica torta di mele
americana, la apple pie. Ma quando un dolce è così buono c'è da
aspettarsi che gli “ammiratori” siano tanti e che ciascuno provi
ad omaggiarlo a suo modo .
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mercoledì 1 novembre 2017
DIAMANTINI AL CARAMELLO
Mmmmm... che bontà!!! L'esperienza ci porta ad affermare che davvero la semplicità porta in sè la bontà! In effetti questi biscotti, ma sarebbe meglio dire dolcezze, friandises, pasticcini, ne sono un chiaro esempio: semplici da preparare, semplici da gustare (fin troppo dato che uno tira l'altro), semplici da offrire, per tutte le occasioni.
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TRADIZIONE E CIBO - NORME ALIMENTARI INDUISTE
“Occorre cautelarsi nei riguardi di quel male che ha
il nome di avidità. Si usi pertanto la carità come medicinale e così
venga considerato il nutrimento che viene offerto e ricevuto. Non si desideri
quindi un cibo raffinato”.
Sri Shankarâchârya
Addentrandosi un po' nelle norme alimentari indù (senza ovviamente aver la pretesa di essere esaustivi) si ha la sensazione di entrare in un ginepraio in cui è più facile perdersi che trovare quello che si stava cercando; per tale ragione è opportuno non scordare mai che essendo l'India la culla della Tradizione, nella sua società le basi non possono che essere solide e i principi precisi, meglio dire immutabili, quindi non si possono leggere certi dati con le categorie di pensiero moderne che tendono a dividere piuttosto che cogliere l'elemento unificante di tutto. Per tali ragioni anche lo "stile alimentare" di questa civiltà, come di tutte quelle che hanno ancora una connotazione tradizionale, deve essere considerato nella prospettiva che l'alimento è parte integrante di un Rito che ha come scopo primario di mantenere l'armonia e indicare la strada che ricongiunge gli esseri al loro Principio Eterno. Quindi il pasto di un uomo o del suo gruppo di appartenenza, rivela quella che è la natura propria e l’aspirazione che hanno: cosa si mangia e cosa si rifiuta di mangiare; come si mangia e dalle mani di chi si accetta cibo stabiliscono un ordine gerarchico naturale e “il principio, per dirla con una boutade, è che più la mia casta è elevata più sono schizzinoso ed esigente in tutte queste cose.
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Laura Scopel,
Tradizione e cibo
lunedì 30 ottobre 2017
TORTA ALLA MONFERRINA DI ZUCCA E MELE
Un dolce autunnale già a partire dall'aspetto che non mostra nulla per sedurre immediatamente; ma come il bosco in questa stagione, sotto i colori spenti del fogliame secco, trovi un tesoro di profumi e sapori che per il palato sono davvero la sintesi di quella che si potrebbe definire una "leccornia d'altri tempi"... e il dessert è servito!
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martedì 24 ottobre 2017
"PAELLA" VEGETARIANA DI FRUTTA E VERDURA
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sabato 21 ottobre 2017
TORTA ALLE NOCCIOLE
In Piemonte, soprattutto nella Langa, è molto diffusa la coltivazione del nocciolo, da cui si raccoglie la pregiata nocciola "tonda gentile" che è l'ingrediente indispensabile di numerosi e rinomati dolci, dal torrone di Alba alla crema di Gianduia, fino alla Nutella. In questa ricetta la proponiamo "a fette", parte di una torta tanto buona quanto degna di passare con disinvoltura dalla merenda alla tavola di un banchetto importante.
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giovedì 19 ottobre 2017
PRENDER LA VIA - FICO
Fico: il parco tematico del cibo più grande del mondo.
Lo
scopo primario dell’iniziativa della Fabbrica italiana contadina (Fico) di
Bologna è l’educazione alimentare veicolando, attraverso l’attività di
formazione e promozione culturale,
i valori legati alla dieta mediterranea,
al corretto stile di vita e di alimentazione, alla conoscenza delle tradizioni
e della storia dell’agricoltura italiana; dunque se sarà riconosciuto e
raggiunto questo obiettivo non si potrà che essere soddisfatti, perché uno
dei modi più subdoli con cui si corrompe l’essere umano è proprio il cibo: si
diventa ciò che si mangia.
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mercoledì 4 ottobre 2017
FONDUTA E FUNGHI
Un piatto come questo non può mancare dall'archivio del blog e soprattutto se si è in autunno, con una buona polenta diventa compagno di baldoria, alla sera in famiglia o al sabato con gli amici. Abbiamo scelto tre tipi di funghi freschi (porcini, pioppini e champignons) per non far lievitare troppo i costi e mantenere questo piatto nella categoria low cost. Anche per la fonduta ci siamo serviti di formaggi di alpeggio non troppo cari, ma se preferite si può usare la classica fontina che conferisce un gusto più "robusto".
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OLIVO
Creavit Deus medicamenta de terra
et vir prudens non abhorrebit ea
et vir prudens non abhorrebit ea
[Siracide, 38:4]
Trattando dell'olivo, seppur con "leggerezza" come viene fatto in questa rubrica, non si può pensare immediatamente alla rilevanza che ha avuto per il genere umano, quasi fosse un "testimone" delle sue vicende, e ciò anche, ma non solo, per la sua longevità. Dall'antro delle ninfe di Omero (Odissea XIII, 102-112), al giardino del Getzemani (Giovanni 18:1-12), fino al coranico versetto della Luce (Corano 24:35), questa pianta è presente con tutta la sua realtà simbolica che fa tutt'uno di rappresentante e rappresentato.
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domenica 1 ottobre 2017
ZAPEKANKA (SFORMATO DI RICOTTA)
НА РУССКОМ ЯЗЫКЕ
НИЖЕ
I bambini della Russia
Sovietica a colazione mangiavano la
Zapekanka di ricotta, poi studiavano bene a scuola e si impegnavano
alle lezioni della fiskultura, diventando da adulti inventori di navi
spaziali, atleti che avrebbero saltato oltre i 6 metri con un'asta e
campioni in hokkei, basket e calcio. Forse può sembrare nostalgia
per un'epoca, ma è solo rammarico per la buona e semplice
alimentazione che è andata un po' perduta. La ricetta tratta da un
classico dell'editoria gastronomica russa, “Il libro del cibo buono
e sano” del 1965.
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giovedì 28 settembre 2017
VOLEMOSE BENE - IL PIATTO VUOTO CHE VERRÁ
Avevo posto una domanda qualche giorno addietro, "abbiamo mangiato ieri, ma oggi e domani?" Stando al rapporto annuale di Biodiversity International non dovrà essere un'abitudine scontata quella di avere cibo nel piatto perché sono a RISCHIO DI ESTINZIONE diverse varietà alimentari che faranno scendere sempre più il numero delle speci da cui proviene il cibo. Che dire... a mio avviso se non ci sarà un radicale cambiamento della mentalità e dello stile di vita, temo che ne vedremo delle brutte.
O
Signore benedici e proteggi la Tua Terra perché ci dia sempre buoni
frutti e ci offra un luogo di sosta nel nostro viaggio che riconduce a
Te.
venerdì 22 settembre 2017
TRADIZIONE E CIBO - THÈ, UN PO' DI STORIA
Il
thè è originario della Cina, nella regione nota come Yunnan, di questo non si
dubita, tanto che si può affermare che nessuno beveva thè prima dei cinesi, men
che meno gli indiani. Infatti il thè in India, lo portarono gli inglesi a
seguito della così detta “guerra dell'oppio”, quando la Cina chiuse le frontiere. Si narra
che una spia inglese, Robert Fortune (a fianco), botanico scozzese del XIX° secolo, abbia
aiutato la East India Trading Company a carpire i segreti della produzione di thè
dalla Cina; rubò delle piantine di Camelia
Sinensis e le trafugò in India dove furono coltivate e permisero agli
inglesi di avere il “loro” thè. In realtà oggi sappiamo che le cose non sono
proprio andate esattamente così. E sappiamo anche che secondo alcuni, la Camelia Sinensis var Assamica, è considerata
una pianta autoctona della zona dell'Assam, ovviamente prove certissime non ce
ne sono. Sembra comunque più ragionevole asserire che il thè come bevanda, sia
nato in Cina, perché prima dei cinesi, anche se queste piante erano diffuse
anche altrove, nessuno aveva avuto l'idea di usarle per farne un decotto o un
infuso.
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giovedì 21 settembre 2017
CONFETTURA DI FRUTTA ALL’AROMA DI LIMONE E ZENZERO
Il
tempo scorre -bella scoperta-: le stagioni coi loro colori, profumi, sapori e
frutti si alternano; qualche volta risulta difficile rassegnarsi, soprattutto
in giornate come questa, la cui luce è talmente limpida che sembra possa
attraversare i corpi e assegnare forme nuove. Per questo faccio provvista e
porto in dispensa; dopo aver unito la frutta fresca a quella secca e messo
tutto in vasetto. Provo così a fermare quest'attimo di stupore che raggiunge il
cuore.
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