L'acqua è sempre importante, ma soprattutto in estate se ne avverte maggiormente l'esigenza, per dissetarsi, ma anche per dissetare orti e giadini; per refrigerarsi e anche per giocare al mare o in piscina. Nell'articolo che segue si evidenzia come negli ultimi decenni l'acqua abbia assunto un valore commerciale che spesso va a discapito della sua naturalezza e funzione.
L’acqua è l’alimento
insostituibile per eccellenza e che nessuna moda dietetica potrà mai
scalzare. Proprio perché è indispensabile, ha scatenato gli interessi di
molti imprenditori che ce la propongono sotto diverse forme per
catturare il nostro interesse e spingerci al suo consumo. Vediamo quale
acqua abbiamo a disposizione.
Acqua di rubinetto.
L’acqua che sgorga dai nostri rubinetti è
resa sicura da trattamenti che eliminano i pericoli microbiologici. Tra
questi trattamenti c’è anche quello con ipoclorito di sodio (la comune varecchina) che come problema ha quello di un leggero odore di cloro.
Il contenuto in sali minerali può variare da città a città in funzione
del luogo di prelievo. Il costo per i normali consumatori è di 1,37 euro
ogni mille litri.
Se ci dà fastidio il cloro ci sono molti apparati “filtranti”
alcuni dei quali applicabili direttamente ai rubinetti il cui costo
può gravare su una famiglia da poche decine fino a centinaia di euro
l’anno. Prendendo in considerazione i più economici si può stimare che
l’acqua filtrata viene a costare qualche centesimo al litro (5 – 10).
Questa tecnica è sfruttata da molti ristoratori che la servono facendola spesso pagare un paio di euro il litro.
Acque minerali.
Si chiamano così perché sono estratte da “giacimenti”
del sottosuolo. Tutte le acque minerali devono essere
“batteriologicamente pure”, ovvero sterili e non è necessaria nessuna
depurazione. Non sono tutte uguali poiché contengono concentrazioni
diverse di sali minerali in funzione del luogo in cui sono estratte. Le
proprietà attribuite (soprattutto dalla pubblicità) alle diverse acque
non sempre sono suffragate da informazioni scientifiche probanti.
Ricordiamo che tutte le acque (comprese quelle di rubinetto) sono diuretiche e le differenze non sono molto significative.
Alle acque minerali viene aggiunta anidride carbonica che la rende più gradevole, ma che non ne modifica il ruolo nutrizionale.
La nota dolente sono i costi.
Acquistando una bottiglia grande si spende dai 20 agli 80 centesimi il
litro. Ci sono però anche acque in bottiglie di vetro con tappo di
sughero che sfiorano i 2 euro il litro.
Anche se difficilmente ci facciamo caso,
le comuni bottigliette in plastica vengono a costare 2 euro al litro
ed è la stessa acqua delle confezioni grandi.
Da qualche tempo siamo stati “gratificati” da acque minerali con aggiunte di aromi, sali minerali, vitamine e chi più ne ha più ne metta.
Ad alcune di queste acque sono
attribuite importanti, ma non sempre dimostrate, proprietà benefiche. Il
loro costo oscilla tra i 2 e i 3 euro al litro. Probabilmente i
maggiori benefici sono per i produttori che riescono a “piazzare”
l’acqua a prezzi notevolmente maggiorati.Bevande gassate analcoliche
Possiamo dividerle in tre categorie.
La prima è quella delle
cole, le spume, i chinotti, le gassose, le cedrate, acque toniche ecc.
che sono soluzioni zuccherine aromatizzate e gassate. Alcune contengono
principi attivi come la caffeina e/o l’estratto di coca. Il loro valore
nutrizionale è rappresentato dallo zucchero la cui presenza è di circa il 10 %.
Esistono poi quelle con succo di agrumi
e in particolare le aranciate. Contengono quantità variabili di succo
di arancia dal 10 al 20 %. Dobbiamo però ricordare che il succo di
arancia contiene circa il 90 % di acqua e il restante circa 10 % è lo
zucchero fruttosio. I tanto decantati antiossidanti, sali minerali,
vitamine, ecc. in verità non sono poi cosi tanti. Anche per queste
bevande il valore nutrizionale è rappresentato dallo zucchero che
sommando quello naturale (fruttosio) a quello aggiunto (saccarosio) si aggira intorno al 10 %.
Per ridurre l’assunzione di eccessi di zucchero è sorta la categoria delle bevande “senza” che comunque sono dolci per la presenza dei “dolcificanti” che, come è noto, sono praticamente “acalorici”.
Da un punto di vista nutrizionale non
sono molto dissimili alle acque minerali e da quelle aromatizzate, ma
richiamano le corrispondenti bevande zuccherate e godono di un buon
successo.
Le tre categorie di bevande hanno prezzi
molto variabili e vanno da circa 1 euro al litro fino a 4 euro e oltre
Quelle a prezzo inferiore sono generalmente di “marche” meno conosciute.
Effetti sull’ambiente
Un serio problema sono le bottiglie. Quelle di vetro sono più facilmente riutilizzabili e sono in gran parte riciclate. Quelle di plastica, che sembrano essere la maggioranza, al momento, almeno nel nostro Paese, presentano maggiori problemi per il riciclo.
Il trasporto delle bottiglie avviene
spesso su “gomma” con l’emissione di anidride carbonica potenzialmente
dannosa per l’ambiente.
Le conseguenze per l’ambiente dell’acqua di rubinetto sono invece modeste.
Cosa bere.
Se vogliamo dissetarci nel modo più semplice, l’acqua di rubinetto è la scelta più economica e anche salutare. Quella “minerale” è altrettanto salutare, maggiormente gradevole ma più costosa.
Le bevande non alcoliche che sono prevalentemente gassate, sono più gustose, ma nascondono l’insidia dello zucchero.
In quelle “senza zucchero” ci sono gli edulcoranti privi di valore
nutrizionale. Queste bevande sono accomunate dal prezzo piuttosto
elevato.
In conclusione se vogliamo dissetarci la
scelta migliore è l’acqua che sgorga dai nostri rubinetti. Se ci
troviamo per strada andiamo a cercare le fontane pubbliche che a Roma si
chiamano “nasoni”.
Se vi trovate a Roma potreste trovare qualcuno che vi invita a bere a una fontana e vi dice “ar nasone offro io” in quanto non costa niente.
https://www.sicurezzalimentare.it/
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